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Rosa Rainer Lanthaler – ostetrica in Val Passiria

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Era la Vigilia di Natale, quando alla porta della famiglia di Rosa Rainer l’ostetrica condotta di Moso in Val Passiria bussò una ragazza: alla sorella era iniziato il travaglio prima del tempo dopo che era caduta malamente. La giovane mamma che aveva bisogno dell’aiuto di Rosa abitava in una località isolata distante da lì e fuori era tutto innevato.

Rosa la raggiunse e la assistette come sapeva fare lei mentre dava alla luce la sua piccola bimba. Il parto andò bene, ma sappiamo dalle parole del figlio di Rosa, Franz Lanthaler che “fu necessario portare la giovane mamma all’ospedale” e che “la fecero sdraiare su una Greie, una di quelle slitte larghe e con le sponde alte laterali, avvolta nelle coperte” in modo che la poveretta non avesse troppo freddo. “Mia madre” racconta sempre Franz “camminava davanti con la bambina fra le braccia facendo da apripista”, il neopapà  tirava la slitta e la zia della piccola la spingeva da dietro. “Camminarono per due chilometri, fino a Moso, dove finalmente li attendeva un taxi”. Non è difficile immaginare che se qualcuno li vide passare, in quel paesaggio coperto dalla neve, quella notte di Natale, li abbia benedetti facendo un segno della croce pensando ad un presepe con Maria e il Bambin Gesù.

Rosa Rainer Lanthaler 1972
Photocredits: Franz Lanthaler

Questa storia come molte altre sulla vita di Rosa Rainer sono ancora nella memoria della sua famiglia e di alcuni degli anziani dell’isolata località montana. Sono parte di una memoria collettiva che il figlio ha raccolto per onorare la memoria della madre e grazie alle quali la storia delle donne delle nostre montagne si arricchisce di un ulteriore prezioso tassello. La biografia di Rosa Rainer è stata pubblicata in occasione della mostra “Birth cultures” dal Museo delle Donne di Merano.

Leggendo della vita di Rosa sappiamo ora della tenacia e del coraggio che la contraddistinsero, quando lei, una ragazza nata e cresciuta in alta montagna in una località di lingua tedesca, a soli 17 anni decise di frequentare la Scuola di Ostetricia a Modena. Non fu una cosa semplice. In Italia si vedevano i primi segni dell’era fascista e Rosa non sapeva ancora l’italiano. Ma dopo due anni riuscì con grande orgoglio a tornare a casa con il suo diploma di infermiera e ostetrica ottenuto come una delle migliori della sua classe.

Rosa Rainer (rechts) bei der Diplomverleihung 1924
Photocredits: Franz Lanthaler

Sappiamo anche di quando, rischiando di compromettere la sua reputazione se non addirittura la carriera di ostetrica, avesse accettato di occuparsi di un parto particolarmente difficile. Complicato al punto tale che l’ostetrica anziana del paese l’aveva dato ormai per perso. Rosa nell’incredulità della famiglia e dell’intera comunità, riuscì a salvare, sia la mamma che il neonato. Aveva soli 19 anni.

Abbiamo sentito della sua volontà di lottare contro i pregiudizi, il bigottismo della religione, la miseria e l’ignoranza di una parte della popolazione, che nulla avevano a che fare con la prevenzione e la salvaguardia della salute delle donne. Sempre dalla narrazione scritta apprendiamo che lei, Rosa, nella sua veste di ostetrica e di custode delle partorienti, in un’epoca in cui la vita rurale era veramente sfiancante, “sconsigliava soprattutto alle donne più deboli, di affrontare nuove gravidanze, contrariamente alle raccomandazioni dei sacerdoti, che all’epoca chiedevano a quei coniugi che non festeggiavano un battesimo all’anno, se facessero qualcosa di proibito” – tale era considerata allora la contraccezione.

Un altro episodio ricordato a lungo dalla comunità, fu quando Rosa riuscì a cambiare il destino di un bimbo nato con una malformazione ai piedi. La famiglia del piccolo si era inizialmente opposta a farlo operare, perché erano convinti che “quello fosse un segno della volontà di Dio”, e andava accettato così. Rosa invece riuscì a cambiare la sorte del piccolo controbattendo che “Il signore ha creato anche i dottori che possono porvi rimedio”. Lo accompagnò poi anche di persona fino a Padova in taxi.


Rosa Rainer mit ihrem Mann, von Moos kommend, um 1950
Photocredits: Franz Lanthaler

Rosa in tutti i suoi anni da ostetrica fece nascere molte generazioni e si confrontò molte volte con situazioni tra la vita e la morte, ma sappiamo sempre che fu molto orgogliosa del fatto “che in tutti gli anni di carriera non le fosse morta mai né una mamma né un neonato”. Gli abitanti della valle le dimostrarono la loro gratitudine fino a quando visse.

I contenuti sono estratti da ”Ostetriche raccontano, Rosa Rainer, un’ostetrica della Val Passiria”, ed. Museo delle donne, a c. Franz Lanthaler

 

Birth Cultures è un progetto UE del 2019-2022 che invita a un viaggio attraverso le storie e le tradizioni intono alla nascita e la maternità. Una grande mostra itinerante su questo tema sta girando l’Europa e sarà esposta al Museo delle Donne di Merano partendo da dicembre 2021. Visitateci – oltre alla mostra, vi aspettano tanti eventi su questo tema.

 

Roberta Ciola

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