Domani, 9 novembre 2024, nella Giornata Internazionale contro il Fascismo e l’Antisemitismo, ricordiamo il ruolo fondamentale della resistenza contro l’oppressione, in particolare il contributo delle donne italiane. Figure come Lidia Menapace, partigiana e pacifista, sono onorate nella mostra “Le donne ci sono!” al Museo delle Donne, inaugurata a giugno e temporaneamente sospesa, ma che riaprirà al pubblico a marzo 2025.
Lidia Menapace, nata a Novara il 3 aprile 1924, è stata una delle figure simbolo della Resistenza. Con il nome di battaglia “Bruna”, fu staffetta partigiana: nascondeva esplosivi sotto i vestiti, trasportava mappe e portava medicine ai feriti tra le montagne, sempre in bicicletta. Fedele alle sue convinzioni pacifiste, Menapace rifiutò di usare le armi, dedicandosi a una resistenza civile e logistica essenziale per il movimento antifascista. Dopo la guerra, continuò il suo impegno nel mondo politico e sociale, diventando la prima donna eletta nel consiglio provinciale di Bolzano nel 1964, aprendo la strada a molte altre donne nella politica italiana.
In occasione della Giornata Internazionale contro il Fascismo e per evidenziare il ruolo delle donne nella Resistenza italiana, consigliamo il libro La Resistenza delle donne della storica e scrittrice Benedetta Tobagi, pubblicato da Einaudi. Nel 2023, l’opera ha vinto il Premio Campiello, uno dei massimi riconoscimenti letterari italiani, che Tobagi ha dedicato alle donne iraniane in lotta contro il regime di Teheran.
La scrittrice esplora la lotta antifascista delle donne italiane attraverso una raccolta di biografie e documenti, portando alla luce un aspetto fondamentale e spesso ignorato della storia italiana: il contributo delle donne alla lotta per la libertà. Tobagi mette in evidenza come le donne abbiano partecipato attivamente sia alla resistenza civile che a quella armata. Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, l’Italia cambiò schieramento, e la parte settentrionale del Paese fu occupata dai nazisti, che istituirono la Repubblica di Salò sotto la guida di Mussolini. Mentre molti uomini venivano catturati e inviati al fronte, le donne, non obbligate a partecipare alla guerra, potevano continuare a muoversi “liberamente”. Questo permise loro di assumere ruoli chiave nella Resistenza: nascondevano partigiani, contrabbandavano armi e trasportavano messaggi, trasportavano cibo, medicine e informazioni, sfidando le restrizioni e i controlli dei nazisti e costruendo una rete logistica essenziale per il movimento antifascista.
Nonostante non fossero armate, il loro impegno permise al movimento di resistenza di sostenersi e di operare anche in condizioni difficili. Questa forma di resistenza, spesso invisibile ma determinante, non fu solo un atto di disobbedienza civile, ma una dimostrazione di coraggio e sacrificio, senza cui molte azioni partigiane non sarebbero state possibili.
Le stime indicano che circa 35.000 donne presero parte attiva alla lotta armata, contribuendo non solo con la resistenza civile ma anche con azioni di combattimento. Molte rischiarono la vita e alcune la persero per sostenere la causa antifascista.
In occasione della Giornata Internazionale contro il Fascismo e l’Antisemitismo, è essenziale ricordare e onorare tutte le persone che hanno lottato contro le dittature. La storia delle donne nella Resistenza è un esempio di forza e determinazione che rimane rilevante anche oggi, in un’epoca in cui la battaglia per i diritti umani e la libertà continua. Il coraggio di donne partigiane come Menapace e delle protagoniste del libro La Resistenza delle donne è un modello di ispirazione per chi ancora oggi combatte contro le ingiustizie e le disuguaglianze, e coloro che hanno il privilegio di vivere in pace con la speranza che la storia non si ripeta.