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Parliamo dell’endometriosi

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Recentemente Tania Radovan da Trieste ha visitato il Museo delle Donne e ci ha parlato di una malattia che colpisce una donna su dieci in Italia, ma tuttavia non è tanto conosciuta: Parliamo dell’endometriosi.

Che cos’è l’Endometriosi?

È una malattia che purtroppo all’oggi non ha cura. È una malattia cronica e degenerativa che debilita e soprattutto non riesce a far vivere le donne nella maniera corretta. Perché uno pensa che il dolore sia solamente quando si ha il ciclo, invece non è cosi. Perché appunto è un ciclo. Ma non riguarda solo le mestruazioni, ma dura l’intero ciclo. È degenerativa, può attaccare anche altri organi e può compromettere tanto la vita sia lavorativa, sia personale e prima di tutto è causa d’infertilità. Sicuramente avere un bambino per una donna che ha l’endometriosi è molto più difficile.

Tania Radovan
Tu fai parte dell’associazione Endometriosi Friuli Venezia Giulia, giusto?

Si, io vengo da Trieste e quindi faccio parte dell’associazione in Friuli Venezia Giulia, ma è presente in tutt’Italia. Cerchiamo di far conoscere questa malattia che colpisce una donna su dieci. Quindi ce ne siamo tanto presenti in Italia.

Quest’associazione cerca sempre di portare questa parola, nostra testimonianza, in tutto il mondo – se possibile – ma intanto iniziamo dal piccolo. Non c’era grossa considerazione di questa malattia all’inizio, perché colpisce solamente le donne. Come se fosse una cosa scontata: le donne quando hanno il ciclo stanno male. Ma se una donna sta male con il ciclo, vuol dire che c’è qualcosa che non va. E questo è un punto di partenza per quest’associazione ma di tutte le associazioni che riguardano l’endometriosi.

Su livello nazionale è stato fatto progresso vero?

Si, praticamente è stata aggiunta nell’LEA, nell’elenco delle patologie croniche e invalidanti. Quindi é una malattia conosciuta dal sistema sanitario.

Stiamo facendo piccoli passi – intanto è riconosciuta. Io spero che un domani ci siano più aiuti alle singole donne anche a livello economico. Perché ci sono tantissime compagne, amiche, sorelle – così ci chiamiamo – che non hanno neanche la possibilità di potersi spostare della città dove sono per andare nei centri specializzati e spesso quando arrivano ormai è tardi. Nel senso che la malattia è già camminata nel loro corpo.

Quale sarebbe il prossimo passo?

Io vorrei che se ne parlasse di più. Perché parlandone di più si riesce a conoscere e di conseguenza ad istruire a nostra volta le nostre colleghe donne – tante non sanno e non capiscono – e soprattutto tanta formazione medica. Perché al momento sono pochissimi medici che sono specializzati, che davvero capiscono e sanno gestire questa malattia. Anche a livello psicologico e culturale. Perché è una malattia cronica, vuol dire che l’avrai per sempre. Per quello secondo me bisogna puntare anche su questo livello.

 

A Bolzano c’è un gruppo di autoaiuto per donne con endometriosi. Qui potete trovare il contatto.

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