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Una breve storia delle donne: „Il femminismo“ e „Maternità“

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Questa settimana, proseguiamo la rassegna delle puntate di „Una breve storia delle donne“ di Sandra Passerello, che ci accompagna già da luglio. Oggi vi proponiamo altre due dal suo podcast.

La numero 6, dedicata al femminismo, e a cosa significhi essere femministe? E la puntata 7 dedicata al grande tema della maternità, con le tante dimensioni che la accompagnano, quella privata e più intima della gioia ma anche del rifiuto, e i vecchi e nuovi saperi professionali.

Come sempre le puntate sono intercalate da canzoni e brani letterari storici e attuali, che danno voce alle culture delle varie epoche, e da interviste a donne che rappresentano le istituzioni e i servizi del nostro territorio. Questa volta ascoltiamo Grazia Barbiero politica di lunga data di grande spessore culturale, ed esperta in tematiche femministe e  Silvia Cavalli del Centro informazione Maternità.

Vi auguriamo un buon ascolto!

 

PUNTATA 6
Il femminismo

Cosa è stato il femminismo nella storia e cosa significa oggi essere femministe?

Un argomento meno semplice di quanto possa apparire, forse, ma per cominciare è indispensabile citare un libro pubblicato da Einaudi nella collana “Vele”, dal titolo “Dovremmo tutti essere femministi”, di Chimamanda ´Ngozi Adichie.

Il testo, che purtroppo abbiamo dovuto togliere dalla puntata per una questione di diritti non chiarita con le edizioni americane, è un’importante testimonianza resa dalla ormai famosa scrittrice Nigeriana, che si definisce una “femminista felice, africana, che non odia gli uomini”. Si potrebbe, insieme all’autrice, mettere l’accento sulla necessità, ancora attuale, della parola femminismo. Anche se il femminismo riguarda più in generale i diritti umani, sarebbe troppo vago e riduttivo definire la questione come tematica relativa ai diritti umani. Il femminismo sottolinea la specificità del diritto di genere. Tutti noi, donne e uomini, su questo tema possiamo e dobbiamo fare meglio.

Anche perché le donne rappresentano più della metà della popolazione mondiale; ce lo canta Pilu Velver, nella sua “La otra mitad”.

Sempre restando in tema, ma rivolgendoci alla testimonianza di un’autrice italiana, ascolteremo alcuni brani dal “manuale per ragazze rivoluzionarie” di Giulia Blasi, che ci ricorda che le femministe lo sono per tutte le donne, anche le più deboli, anche le non femministe; non puoi essere femminista senza pensare a proteggere anche tutte le altre donne dal patriarcato; per questo negli anni ’70 i collettivi femministi offrivano protezione e appoggio a tutte le donne che necessitavano di un aiuto. Uno dei movimenti più importanti e conosciuti era quello romano, il quale incise anche diversi brani musicali, composti ad hoc per i collettivi, fra cui “Il tango della femminista”, che insieme alla più recente “Canzone delle amazzoni” scritta e composta dalla menestrella femminista Nicoletta Salvi, costituiscono delle chicche divertentissime, per chi voglia ripercorrere la storia del femminismo italiano.

Non può mancare un’intervista ad una donna meranese che ha seguito tutta la vita le tematiche e il movimento, sia in ambito politico che sociale. Ascolteremo dalla sua voce la testimonianza di Grazia Barbiero quindi, non solo autrice del libro “Scenari in movimento”, ma anche consigliera provinciale per circa un decennio, nonché consulente dell’ufficio di presidenza della Camera dei Deputati per più di 20 anni.

Poteva mancare una citazione da “Femminili singolari” di Vera Gheno? Certamente no, la nota sociolinguista, autrice di numerosi saggi sul tema delle discriminazioni di genere e sull’importanza di un linguaggio consono ai tempi in cui viviamo, fa da ponte con un’altra importantissima autrice, Simone de Beauvoir, donna che non ha mai taciuto su questioni importanti legate al femminismo. Quindi Smettiamo tutte di tacere, ispirate dalla canzone di Loredana Berté.

In streaming su Rai Alto Adige:

Una breve storia delle donne – puntata 6: Il femminismo

PUNTATA 7
Maternità

Che tematica vasta e articolata quella sulla maternità; possiamo dire che essere madre è un’esperienza unica, ma nel senso che unica è l’esperienza di ogni madre su questa terra e quindi non classificabile, inquadrabile, giudicabile.

Il sapere femminile in questo senso è più vasto ed eterogeneo di quanto si creda ed è aprendo con un’intervista a Silvia Cavalli del Centro informazione Maternità e nascita “Il Melograno” che scopriamo che il disagio genitoriale è spesso legato al sentirsi inadatte a quel ruolo, inadeguate alla società che ci richiede di essere in un certo modo. Forse è importante ricordare anche che non necessariamente una donna debba sentirsi realizzata in una maternità, ma che anzi la libertà di scegliere se esserlo o no, madre, è sacrosanta e in alcun modo esecrabile.

Per questo motivo in questa puntata, associati ad alcuni stereotipi del materno, con canzoni come “Mamma” di Beniamino Gigli o “Son tutte belle le mamme del mondo” di Claudio Villa, si è voluto citare saggi come quello di Orna Donath, sociologa israeliana, dal titolo “Pentirsi di essere madri”; o ancora ricordare il premiato romanzo di Lalla Romano “Le parole fra noi leggere”, che vinse il premio Strega negli anni ´60 suscitando non poche polemiche.

Anche nel brano letto da Maria Pia Zanetti, tratto dal romanzo dell’autrice ottocentesca Colette „La Vagabonda“, troviamo un femminile per nulla persuaso ad adeguarsi al ruolo materno che la vorrebbe „controllata“ dal suo uomo, una volta messo al mondo il pargolo.

A concludere, oltre a diversi altri brani musicali nel corso della puntata, come „In bianco e nero“ di Carmen Consoli, dedicato a sua madre, abbiamo un tratto poetico di Erri de Luca a ricordarci che le madri sono “la macchina che rinnova il mondo… niente le ferma e niente le ha fermate”, mai.

In streaming su Rai Alto Adige:

Una breve storia delle donne – Puntata 7: Maternità

Sandra Passarello e Roberta Ciola

 

 

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