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#Kulturlust 0

Per la nostra rubrica #voglia di cultura vogliamo presentarvi libri e film che hanno come protagoniste le donne della mostra del Museo delle Donne “Le Donne ci sono!” che riaprirà i battenti in primavera 2025.
La scelta dei testi e le recensioni sono a cura di un’appassionata lettrice e ricercatrice di storie, Francesca Ferragina, nonché co-curatrice della mostra e autrice del Podcast “Storie di donne nella storia”.

Questa settimana vi presentiamo:

“L’invenzione di Eva”

Alessandro Barbaglia, Mondadori Edizioni

Con questo libro l’autore vuole sottolineare come la vita di Hedy Lamarr sia talmente ricca di avvenimenti che già solo presi singolarmente, basterebbero a riempire quella di una persona comune.

Hedy Lamarr è stata una persona ritenuta ai suoi tempi scomoda e Barbaglia decide di riportare bene questo aspetto nella sua narrazione. L’autore finge di essere il fratello di una donna geniale e, imparando a conoscere la Lamarr, riscopre e comprende le scelte della sorella.

Alessandro Barbaglia ripercorre la “vicenda scordata di una donna senza fili che avrebbe potuto cambiare il nostro domani, ma che oggi nessuno ha più idea di chi sia” veramente.

Anche questa volta vi lascio una citazione che mi ha colpita:

#Kulturlust 0

Per la nostra rubrica #voglia di cultura vogliamo presentarvi libri e film che hanno come protagoniste le donne della nuova mostra del Museo delle Donne “Le Donne ci sono!”
La scelta dei testi e le recensioni sono a cura di un’appassionata lettrice e ricercatrice di storie, Francesca Ferragina, nonché co-curatrice della mostra e autrice del Podcast “Storie di donne nella storia”.

Questa settimana vi presentiamo:

“Il segreto della fotografa francese”

Natasha Lester, Newton Compton Editori

1942. Quando la sua brillante carriera nel mondo della moda viene interrotta a causa di un imprevisto, Jessica May viene inviata in Europa come fotoreporter dalla rivista «Vogue». Lascia così Manhattan e arriva a Parigi nel pieno della seconda guerra mondiale. I pregiudizi maschili al fronte sembrano un ostacolo insormontabile per Jess, ma saranno tre amicizie inaspettate a cambiare per sempre il suo destino: la giornalista Martha Gellhorn saprà incoraggiarla a sfidare le regole, il paracadutista Dan Hallworth la porterà nei luoghi simbolo della guerra, che lei immortalerà in scatti memorabili, e una bambina francese cresciuta in un ospedale da campo, Victorine, le insegnerà il vero significato dell’amore. Ma il successo ha sempre un prezzo. 2005. La curatrice australiana D’Arcy Hallworth è appena arrivata in un castello francese per occuparsi di una famosa collezione di fotografie. Ma quello che doveva essere un semplice lavoro si rivelerà l’inizio di un viaggio nel passato, destinato a portare alla luce segreti su sua madre, Victorine.

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Per la nostra rubrica #voglia di cultura vogliamo presentarvi libri e film che hanno come protagoniste le donne della nuova mostra del Museo delle Donne “Le Donne ci sono!”

La scelta dei testi e le recensioni sono a cura di un’appassionata lettrice e ricercatrice di storie, Francesca Ferragina, nonché co-curatrice della mostra e autrice del Podcast Storie di donne nella storia

Questa settimana vi presentiamo:

Le ragazze di Parigi

Pam Jenoff, Newton Compton Editori

Non fatevi ingannare dalla copertina, nella versione italiana, alquanto fuori tema e tempo storico. Questo bellissimo romanzo storico, scritto da Pam Jenoff é ispirato ad una storia vera accaduta nel periodo della Seconda guerra mondiale.

Con “Le Ragazze di Parigi”, entriamo in un’opera avvincente, ambientata ai tempi della Seconda guerra mondiale scoprendo le reali avventure di un gruppo di dodici ragazze, impegnate come spie nel famigerato “settore F” dello “Special Operation Executive” britannico.

Il viaggio con questo romanzo inizia a Manhattan nel 1946 dove la vita scorre senza tante preoccupazioni mentre l’Europa sta cercando di risollevarsi dalle sue macerie; conosciamo Grace Healy che alla Grand Central Station trova una valigia sotto una panchina con all’interno delle foto che ritraggono delle giovani donne in uniforme. Dietro ad ogni foto c’è un nome e la curiosità di Grace la porterà a seguire le tracce di quei volti e della proprietaria delle foto: Eleonor Trigg, capo di una rete di spie donna inviate nelle zone occupate in Europa come corrieri e operatrici radio.

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Per la nostra rubrica #voglia di cultura vogliamo presentarvi libri e film che hanno come protagoniste le donne della nuova mostra del Museo delle Donne “Le Donne ci sono!”

La scelta dei testi e le recensioni sono a cura di un’appassionata lettrice e ricercatrice di storie, Francesca Ferragina, nonché co-curatrice della mostra e autrice del Podcast Storie di donne nella storia

Questa settimana vi presentiamo

La Donna di Einstein

Si tratta di un romanzo scritto nel 2017 da Marie Benedict edito da PIEMME sulla figura di Mileva Marić.

Scopo del libro, svela l’autrice in un’intervista non è quello di «sminuire i contributi dati da Albert al genere umano e alla scienza, ma far conoscere l’umanità delle persone dietro quei contributi scientifici. La donna di Einstein si propone di narrare la storia di Mileva Marić, una donna brillante la cui luce è andata perduta nella gigantesca ombra gettata dal marito Albert Einstein». Il titolo originale del romanzo è infatti “The other Einstein” e ripercorre la vita di Mileva in cui la stessa protagonista è alla ricerca di una risposta: «Come ho fatto a smarrire la strada?»

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Per la nostra rubrica #voglia di cultura vogliamo presentarvi libri e film che hanno come protagoniste le donne della nuova mostra del Museo delle Donne “Le Donne ci sono!”

La scelta dei testi e le recensioni sono a cura di un’appassionata lettrice e ricercatrice di storie, Francesca Ferragina, nonché co-curatrice della mostra e autrice del Podcast Storie di donne nella storia

Questa settimana vi presentiamo

“Come vento cucito alla terra” di Ilaria Tuti,

“Come vento cucito alla terra” è un meraviglioso, quanto potente romanzo di Ilaria Tuti edito da Longanesi.

Dire che ho amato questa storia è davvero poco. Unisce infatti guerra, femminismo, sofferenza, patriottismo, amore, fratellanza e sorellanza, ma soprattutto speranza.

La trama inizialmente si divide su due fronti, quello vissuto dalla dottoressa Cate (Caterina) Hill, medica chirurga nella Londra del 1914 dove alle donne non è permesso accedere all’esame di pratica medica; e a quello vissuto dal capitano Alexander Seymour, giovane rampollo di una famiglia altolocata londinese che troverà nella responsabilità verso i suoi compagni un cambiamento tanto nel corpo quanto nell’anima.

Le vite e le vicende dei due protagonisti si susseguono per poi incontrarsi, incrociarsi, alternarsi e infine ritrovarsi.

Stell dir vor, du wirst so gesehen und respektiert, wie du wirklich bist – genau das passiert in einem Dialog.

Das Buch Dialog – Kraft der Veränderung. Vom Gelingen unserer Beziehungen von Jutta Wieser und Benno Kapelari und mit einem Kartenset und Bildern von Katharina Erlacher ist 2023 im Renate Götz Verlag erschienen.

Am Donnerstag, 18. Mai 2023 um 19:00 Uhr findet die Vorstellung des Buches im Frauenmuseum statt. Die beiden Autor:innen stellen im dialogischen Miteinander Beispiele aus ihrem Buch vor und werden interaktiv Interessierte mit einbeziehen.

Im Buch wird eine ursprüngliche menschliche Form der Kommunikation, die durch Forschungen von David Bohm und philosophische Gedanken von Martin Buber weiterentwickelt wurde, mit persönlichen Erfahrungen, Geschichten, Sachtexten, Anregungen und Interviews beleuchtet.

Aufgeschrieben in einer Zeit, wo gesellschaftlich durch die Corona-Pandemie kein Stein auf dem anderen blieb, entstand dieses Dokument einer höchst spannenden Reise in die (mögliche) Welt eines gelingenden Miteinanders.

Der Dialog ist eine Grundhaltung, eine erlernbare Disziplin und auch eine gute Methode, um auf leichte und achtsame Art Veränderung ins eigene Leben zu bringen.

Die Autor:innen:

Jutta Wieser lebt in Oberbozen/Südtirol, Studium der Tanzpädagogik, Gesang und Schauspiel. Arbeitet sei 1998 als Radiomoderatorin, Redakteurin und Sprecherin in Südtirol, ausgebildete Dialogkreisbegleiterin. Sie begleitet Menschen dialogisch, gestaltet Lernräume im Bereich Sprechen, Podcastgestaltung, Rhetorik und Dialogkreisbegleitung.

Wusstet ihr, dass am morgigen 15. April der Welttag der Kunst begangen wird? Aus diesem Anlass möchten wir heute auf ein Buch hinweisen, welches Kunstgeschichte aus Frauensicht erzählt. Das Buch ist im Oktober 2022 in englischer Sprache erschienen, war von Anfang an sehr erfolgreich, hat Preise gewonnen und ist in mehrere Sprachen übersetzt worden.

Im Oktober 2015 besuchte ich eine Kunstmesse und stellte fest, dass unter den Tausenden von Werken, die vor mir standen, kein einziges von einer Frau geschaffen worden war. Das löste eine Reihe von Fragen aus: Könnte ich auf Anhieb zwanzig Künstlerinnen nennen? Zehn vor 1950? Und welche vor 1850? Die Antwort war nein. Hatte ich also bei der Betrachtung der Kunstgeschichte eine männliche Perspektive eingenommen? Die Antwort war ja.

So beginnt das Buch „The Story of Art without Men – Große Künstlerinnen und ihre Werke“, welches 2022 in der deutschsprachigen Version im Piper Verlag erschienen ist. Die Kuratorin und Kunsthistorikerin Katy Hessel hat sich schon seit Jahren der Sichtbarmachung von Frauen in der Kunst gewidmet und diese auf ihrer Instagram-Seite @thegreatwomenartists gefeiert.

Der neue Band der Reihe Meran/o, herausgegeben von Sonja Steger und Toni Colleselli, ist im Edizioni alphabeta Verlag erschienen. Das Buch Meranerinnen / Donne di Merano ist ein Sammelband mit Porträts von 34 Frauen, die in verschiedenen Bereichen und in unterschiedlichen Funktionen zur kulturellen und sozialen Vielfalt der Stadt beigetragen haben. Das Kultur- und Kommunikationszentrum ost west club est ovest VFG ist seit Beginn der Buchreihe vor rund zehn Jahren Projektpartner.

Das Buch wird, am Samstag, 25. März 2023 um 10:30 Uhr, im Frauenmuseum Meran vorgestellt. Auf dem Programm stehen Musik vom Duo „Degne di Nota“, Lucia Suchanska (Cello) und Francesca Schir (Gitarre und Gesang) sowie die Lesung von Textpassagen vorgetragen von  Alessandra Podestà und Oswald Waldner.

Zahlreiche Autor*innen beschrieben und würdigten die verschiedenen, zum Teil leider nicht mehr lebenden Persönlichkeiten, die das soziale Gefüge Merans geprägt haben. Frauen die in den Bereichen Musik, Kunst, Literatur und Soziales aktiv waren und sind, welche die Leitung von Vereinen, Geschäften, Museen, Theatern und anderen Einrichtungen innehatten. Frauen, dank derer sich unsere Stadt rühmen kann, ein gemeinschaftlicher und bunter Ort zu sein.

#Kulturlust 0

Vanessa Gómez-Salas Steinhäusl stellt uns heute in der Rubrik #leselust zwei  spannende Bücher vor.

 

Weibliches Schreiben mit scharfem wütenden Blick

Anke Stellings „Schäfchen im Trockenen“ und Nina Lykkes „Alles wird gut“

Schon vor etwa 90 Jahren forderte Virginia Woolf in einem Vortrag, dass Schriftstellerinnen den Engel im Hause töten und endlich die Wahrheit über sich selbst und ihren Körper schreiben sollten. Sie meint damit natürlich den Ausbruch aus der vom Patriarchat eingeschränkten weiblichen Rolle als hochanständige Gattin und liebevolle Mutter. Damals kam das einer Revolution gleich. Inzwischen ist das zornige Anschreiben gegen die tradierten Rollen und gegen das verschämte Schweigen in den von Frauen verfassten literarischen Texten gang und gäbe. Weibliche Autorinnen sind laut geworden, selbstbewusst, ironisch, manchmal überspitzt, aber auch scharfsichtig, nicht ohne Mut zur Peinlichkeit und Unsicherheit. Noch immer werden diese Werke vor allem von männlichen Kritikern mit herablassender Geste als „Frauenliteratur“ bezeichnet, was schon eine qualitative Herabstufung bedeutet: von Frauen geschriebene Bücher, die dann wieder von Frauen gelesen werden. Während Frauen seit Jahrhunderten nichts anderes übrig blieb, als sich mit der männlichen Weltsicht und ihrem Blick auf das weibliche Geschlecht in deren literarischen Werken auseinanderzusetzen, gibt es zumindest das Vorurteil, dass Männer nicht gern von Frauen geschriebene Bücher lesen.  Was weibliches Schreiben im heutigen Zeitgeist bedeutet, seine Sichtbarkeit in den Medien und im Literaturbetrieb, ist zunehmend Thema vieler Essays und Artikel. Ein komplexes und hochbrisantes Geflecht aus historischen Altlasten und zeitgenössischer Aufbruchsstimmung.

#Kulturlust 0

Questo mese Alice de Rensis ci presenta il libro “Parle-moi d’amour: vite esemplari di grandi libertine” scritto da Vanna Vinci (Milano, Feltrinelli Comics, 2020) . “Parle-moi d’amour” è un fumetto che racconta la vita di dodici donne straordinarie e incredibilmente libere, vissute tra Ottocento e inizio Novecento.

L’autrice, Vanna Vinci, ha voluto presentare le loro vite in forma di intervista, come se passeggiando per le strade di Parigi, nei luoghi che le hanno viste protagoniste, potesse rievocarne i fantasmi e dialogare con loro. Apollonie Sabatier, La Païva, Valtesse de la Bigne: si tratta di quelle che venivano definite courtisanes, grandi orizzontali, demi-mondaines, che con la loro vita sessuale libera (e mercenaria) erano protagoniste della mondanità dell’epoca e delle prime pagine scandalistiche. Hanno lanciato mode, influenzato uomini di potere, ispirato scrittori come Proust e Baudelaire, lasciato in eredità sorprendenti fortune e memorie libere da falsi moralismi.

#Kulturlust 0

Questo mese Nadia Mazzardis ci presenta il libro “Bastava chiedere. 10 storie di femminismo quotidiano.” scritto da Emma.  Emma è una blogger, fumettista e ingegnera informatica francese. Comincia distribuendo volantini femministi all’entrata delle metro di Parigi prima di andare a lavoro. Nel 2016 decide di aprire un blog. Appena pubblicata online, la storia Bastava chiedere! esplode sul web con migliaia di condivisioni. Oggi le sue storie sono dei bestseller da 100.000 copie e sono tradotte in molte lingue. In Italia Laterza ha pubblicato nel 2020 Bastava chiedere! Dieci storie di femminismo quotidiano, con la prefazione di Michela Murgia.

Il libro mi ha molto incuriosito fin dal titolo. Bastava chiedere! Quante volte ce lo siamo sentite dire dai nostri compagni di vita e dai padri dei nostri figli e/o figlie? Molto spesso, troppo.

Nel momento in cui uno dei due nella coppia (solitamente l’uomo) pensa che l’altra persona (solitamente la donna) non solo si debba occupare della cura dei deboli della famiglia, dell’organizzazione e dell’esecuzione del lavoro domestico e poi debba pure “chiedere” di fare qualcosa al partner, tutto questo si trasforma in totale deresponsabilizzazione dell’uomo e piena sovra-responsabilizzazione della donna, travestita da finta collaborazione del primo e da senso di colpa per la seconda. Se tu me lo chiedi io sono gentile e lo faccio, ma se tu non me lo chiedi come posso saperlo?

#Herstory 0

Letzte Woche fand im Frauenmuseum in Meran eine spannenden Buchvorstellung statt. Als Rückblick und um die wichtigsten Informationen zu Filomena Prinoth Moroder auch auf unserem Blog festzuhalten, haben wir mit einer der Herausgeber*innen ein Interview geführt. Marion Ladurner erzählt uns heute etwas mehr über Filomena Prinoth-Moroder und ihre Tagebücher. Die veröffentlichten Texte ermöglichen einen umfangreichen Einblick in mehrere Jahrzehnte der Frauengeschichte – #herstory – in Südtirol.

Foto: Marion Ladurner
Wer war Filomena Prinoth-Moroder?

Filomena Prinoth Moroder wurde im Jahr 1860 als Tochter einer aus St. Ulrich im Grödental stammenden Geschäftsfamilie in Meran geboren. Hier besuchte sie ab dem Alter von sechs Jahren das Institut der Englischen Fräulein am Sandplatz, wo sie bis zu ihrem 19. Lebensjahr verblieb. Im Jahr 1879 heiratete sie den ebenfalls aus St. Ulrich stammenden Arzt Konrad Moroder. Die ersten Jahre ihrer Ehe verbrachte die junge Familie in Meran, wo auch die ersten beiden Kinder des Paares zur Welt kamen. Daraufhin übersiedelte die Familie im Jahr 1883 nach St. Ulrich, wo Konrad zuerst als Vertretung des Gemeindearztes und schließlich als Privatarzt tätig war. Hier brachte Filomena weitere 11 Kinder zur Welt. Von den insgesamt 13 Kindern des Paares sollten jedoch nur fünf ihre Eltern überleben. Im Jahr 1890 bezog die Familie in St. Ulrich das selbst erbaute Haus in der Stufanstraße, wo Filomena bis zu ihrem Lebensabend im Jahr 1920 verblieb. Filomena führte ab dem Jahr 1885 und bis zu ihrem Lebensende sehr umfangreiche Tagebücher, welche im Jahr 2018 als Gesamtedition unter dem Titel “Mein Gröden. Die Tagebücher der Filomena Prinoth-Moroder (1885-1920)” im Universitätsverlag Wagner in der Reihe Erfahren-Erinnern-Bewahren, einer Schriftenreihe des Zentrums für Erinnerungskultur und Geschichtsforschung, erschienen sind.

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Nun ist es wieder Zeit für die Rubrik #leselust. Ulrike Steinhäusl schreibt heute über die Trilogie “Kindheit”, “Jugend”, “Abhängigkeit” von der dänischen Schriftstellerin Tove Ditlevsen.

“Die Kindheit ist lang und schmal wie ein Sarg, aus dem man sich nicht allein befreien kann.“

Mit diesem erstaunlichen und düsteren Satz beginnt das sechste Kapitel des Bandes „Kindheit“ der dänischen Schriftstellerin Tove Ditlevsen (1917 Kopenhagen – 1976 Kopenhagen). Ein Satz gemacht wie für die ersten Verse eines Gedichtes. Poetin war diese Frau in erster Linie und als Dichterin des Volkes aus dem Arbeitermilieu ist sie in Dänemark auch populär. So gut wie unbekannt war sie jedoch im Ausland bis zum jüngsten Erscheinen der Trilogie von Kopenhagen, einer Art Memoiren, die auf Deutsch in drei kleinen Bänden mit den Titeln „Kindheit“, „Jugend“ und „Abhängigkeit“ herausgegeben wurde.
Man kann die Bücher zwar getrennt lesen, aber die kontinuierliche Lektüre aller drei hilft den Lauf eines kompliziert gewundenen Lebens besser zu verstehen. Die Prosa von Ditlevsen hypnotisiert einen von den ersten Seiten weg; nackt, ironisch, lapidar, faszinierend durch das völlige Fehlen von Rhetorik, trotzdem, oder gerade deshalb, stellenweise zutiefst poetisch und ergreifend.

                        

Heute möchten wir euch einen kleinen Einblick in unser Gästebuch geben. Die Äußerungen wie auch konstruktive Kritik unserer Besucher*innen nehmen wir sehr ernst und freuen uns zu lesen was die Inhalte unserer Ausstellungen bewirken.
In der Dauerausstellung geben wir einen Einblick in die Frauengeschichte beginnend mit dem 20.Jahrhundert. Wir könnten niemals die ganze Geschichte darstellen, sondern möchten damit ein Fenster öffnen für weiterführende Themen und Gedanken. In unseren immer wieder wechselnden Sonderausstellungen werden dann verschiedenste Themen nochmals vertieft.

Hier nun eine kleine Auswahl von Beiträgen in unserem Gästebuch:

„Hoffentlich kommt bald die Zeit in der Frauenmuseen tatsächlich Historisches zeigen- auf auf zum Menschenmuseum.“

 

“Che dire…di strada ne é stata fatta tanta ma…ce n‘è ancora molta da fare. Forza donne! Noi siamo forti!!”

 

“Liebe Frauenmuseumverantwortliche.
Es war mir/uns eine Ehre, euer Wirken und Tun hier im Frauenmuseum in Meran bestaunen zu dürfen. Eure Arbeit, euer Forschen und die ständige Thematisierung  gesellschaftsrelevanter Frauengeschichte ist sehr wichtig.”

 

“Sono un uomo, ho portato mia moglie. Io non ero molto convinto che potesse piacermi, invece, con sorpresa, mi è piaciuto molto! Mi ha interessato e quindi ho letto tutto, la storia delle conquiste della donna, raccontata con tono molto incisivo, piú di quanto non lo fosse ai tempi del femminismo. Molto interessanti i vestiti, gli intimi, gli oggetti e gli utensili, proprio una bella raccolta e ben esposta. Grazie!!! Brave!!!”

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Oggi Francesca Ferragina ci presenta il libro “Il silenzio delle ragazze” (casa editrice: Enaudi). Fu scritto dalla scrittrice britannica Pat Parker (*1943) e pubblicato per la prima volta nel 2018 e in Italia nel 2019.

 Dalla quarta di copertina:

𝐿𝑎 𝑔𝑢𝑒𝑟𝑟𝑎 𝑑𝑖 𝑇𝑟𝑜𝑖𝑎 𝑟𝑎𝑐𝑐𝑜𝑛𝑡𝑎𝑡𝑎 𝑑𝑎 𝐵𝑟𝑖𝑠𝑒𝑖𝑑𝑒, 𝑙𝑎 𝑠𝑐ℎ𝑖𝑎𝑣𝑎 𝑑𝑖 𝐴𝑐ℎ𝑖𝑙𝑙𝑒. 𝑈𝑛 𝑟𝑜𝑚𝑎𝑛𝑧𝑜 𝑚𝑒𝑚𝑜𝑟𝑎𝑏𝑖𝑙𝑒 𝑒 𝑠𝑜𝑣𝑣𝑒𝑟𝑠𝑖𝑣𝑜, 𝑖𝑛 𝑐𝑢𝑖 𝑃𝑎𝑡 𝐵𝑎𝑟𝑘𝑒𝑟 𝑑𝑎̀ 𝑣𝑜𝑐𝑒 𝑎𝑙𝑙𝑒 𝑑𝑜𝑛𝑛𝑒 𝑟𝑒𝑙𝑒𝑔𝑎𝑡𝑒 𝑛𝑒𝑙𝑙𝑒 𝑟𝑒𝑡𝑟𝑜𝑣𝑖𝑒 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑆𝑡𝑜𝑟𝑖𝑎.

Può un SILENZIO essere ASSORDANTE?

Ho parlato sul mio canale Instagram di questo libro durante l’appuntamento de #LaLetturaDellaDomenica
È fuori classifica, ma l’ho voluto citare perché ritengo che, seppur completamente differente dalle opere di Madeline Miller, il romanzo di Pat Barker meriti un approfondimento.
Non si tratta solo di uno sguardo femminile di una delle guerre più famose dell’antichità, bensì è la voce data a chi ha vissuto i retroscena della guerra: donne che hanno subìto una guerra fatta dagli uomini.
Troviamo la voce squillante e a tratti fievole di Briseide e attraverso lei scopriamo visioni differenti dei grandi personaggi che già si conoscono: Achille, Patroclo, Agamennone, Ulisse, Nestore, ma anche Ettore, Paride e Priamo.
Scopriamo le donne (realmente esistite e non), i loro doveri, la loro rassegnazione, il loro coraggio e il loro dolore. Come detto, in un “silenzio” assordante!
Un romanzo intenso, a volte crudo, ma di una bellezza davvero disarmante.

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Ulrike Steinhäusl stellt uns heute in der Rubrik #leselust das Buch von Wolfram Eilenberger “Feuer der Freiheit. Die Rettung der Philosophie in finsteren Zeiten 1933-1943” vor.

„Die Rettung der Philosophie in finsteren Zeiten. 1933 – 1943“ heißt der Untertitel dieses Buchs, in dem das Leben und Wirken von vier Philosophinnen während jener tiefschwarzen Jahre der europäischen Geschichte beleuchtet werden: Simone de Beauvoir (1908 Paris – 1986 Paris), Simone Weil (1909 Paris – 1943 Ashford, England), Ayn Rand, eigentlich Alissa Rosenbaum (1905 St. Petersburg – 1982 New York) und Hannah Arendt (1906 Hannover – 1975 New York). Vier junge Frauen entwickeln unter schwierigsten Verhältnissen gegen den Strom der Zeit ihre philosophischen und sozialen Ideen und legen Fundamente für eine freiere emanzipiertere Gesellschaft. Wie schon aus ihren Sterbeorten ersichtlich ist, mussten sie mit Ausnahme von Simone de Beauvoir, den Weg ins Exil gehen, da sie jüdische Wurzeln hatten.

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