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#Kulturlust 0

Eccoci al nostro appuntamento bisettimanale con le puntate del programma Una breve storia delle donne di Sandra Passarello a cura di Alessandra Tortosa, ora su Rai Alto Adige come Podcast.
In ogni puntata vi sono voci autorevoli di esperte del territorio, accompagnate da brani di letteratura e musica, alcuni come testimonianza della storia del costume italiano, altri più attuali che mai.

Vi auguriamo una buona lettura e un buon ascolto!

PUNTATA 10

Violenza di genere

Puntata delicata questa numero 10, dedicata alla violenza di genere, che comincia proprio con un’intervista sul territorio, ad una delle operatrici del Centro antiviolenza GEA di Bolzano, per parlarci dei servizi che il centro offre a tutte le donne, che abbiano necessità di protezione e assistenza, per uscire dalla paura. “Io non ho paura di te” è anche il brano di Emma Marrone che segue. Non può mancare una lettura dalla raccolta “Ferite a morte” curato da Serena Dandini; la voce di Alessandra Limetti darà voce al brano letterario e quella della cantante messicana Silvana Estrada alla canzone “Si me matan” (se mi uccidono).
La violenza non è solo fisica, ma può essere anche psicologica e non meno violenta di quella sul corpo. Ce ne parla Francesca Pizzuti nel suo “Non capisco”, con un’analisi interessante dei meccanismi psicologici alla base della dipendenza autolesionista di una donna nei confronti di un uomo.
Ad alleggerire il tema un paio di canzoni degli anni sessanta dal Quartetto Cetra con “Però mi vuole bene” e dalla voce di Fred Buscaglione con “Teresa non sparare”. Anche la scrittrice Angeles Mastretta ci parla di questo tema attraverso la ribellione di zia Chila, racconto assai ironico, tratto dalla sua famosa raccolta “Donne dagli occhi grandi”. Sempre restando in tema psicologico la canzone “Gaslighter” del gruppo delle Dixie Chicks, ci racconta in musica il modo di operare una manipolazione psicologica su un’altra persona, definito appunto gaslighter.

#Kulturlust 0

Questa settimana vi presentiamo Sandra Passerello e la sua “Una breve storia delle donne“, presentata al pubblico come spettacolo nelle sale a teatrali, e da cui è poi nata una trasmissione radiofonica, ora disponibile in un podcast da ascoltare in streaming, anche in spiaggia o durante una piacevole passeggiata estiva.

Inizialmente avevamo chiesto all’autrice di presentare sé stessa, e il suo prezioso lavoro qui in questo spazio digitale del Museo delle Donne e da lì é nata l’idea di accompagnare voi, care lettrici e lettori, durante l’estate a scadenza bisettimanale con le puntate di „Una breve storia delle donne“.

„Mi chiamo Sandra Passarello, classe ’68, nata in Alto Adige, vissuta molti anni in altre città italiane o all’estero e tornata in questo territorio alcuni anni fa per diverse vicissitudini personali. Sono un’attrice di teatro, ma spesso anche regista e drammaturga delle mie performances. Oltre al teatro ho studiato per diversi anni l’uso della voce, anche attraverso i canti di tradizione di altre culture, che mi hanno trasmesso autenticità.

Ciò che mi diverte, ciò che mi commuove, mi fa riflettere o mi stupisce, mi piace condividerlo col pubblico; in particolare intrecciando letteratura e musica, creando tessuti narrativi e musicali che porgano a chi ascolta spunti e storie in cui rispecchiarsi o di cui recuperare una memoria, un pensiero condiviso e condivisibile.

Wusstet ihr, dass am morgigen 15. April der Welttag der Kunst begangen wird? Aus diesem Anlass möchten wir heute auf ein Buch hinweisen, welches Kunstgeschichte aus Frauensicht erzählt. Das Buch ist im Oktober 2022 in englischer Sprache erschienen, war von Anfang an sehr erfolgreich, hat Preise gewonnen und ist in mehrere Sprachen übersetzt worden.

Im Oktober 2015 besuchte ich eine Kunstmesse und stellte fest, dass unter den Tausenden von Werken, die vor mir standen, kein einziges von einer Frau geschaffen worden war. Das löste eine Reihe von Fragen aus: Könnte ich auf Anhieb zwanzig Künstlerinnen nennen? Zehn vor 1950? Und welche vor 1850? Die Antwort war nein. Hatte ich also bei der Betrachtung der Kunstgeschichte eine männliche Perspektive eingenommen? Die Antwort war ja.

So beginnt das Buch „The Story of Art without Men – Große Künstlerinnen und ihre Werke“, welches 2022 in der deutschsprachigen Version im Piper Verlag erschienen ist. Die Kuratorin und Kunsthistorikerin Katy Hessel hat sich schon seit Jahren der Sichtbarmachung von Frauen in der Kunst gewidmet und diese auf ihrer Instagram-Seite @thegreatwomenartists gefeiert.

Als Tableau vivant (frz. „lebendes Bild“) bezeichnet man die Darstellung von Werken der Malerei und Plastik durch lebende Personen. Davon inspiriert hat die Klasse 4k/ku des Kunstgymnasiums Meran in den Fächern Kunstgeschichte und  Grafikwerkstatt ein interessantes Fotoprojekt verwirklicht. Berühmte Bilder aus der Kunstgeschichte und Modefotografien aus den 1960er Jahren  wurden ausgesucht und an zwei Vormittagen im Jänner fotografisch nachgestellt. Gründliche Recherchen und eine genaue Planung im Vorfeld gingen dem Projekt voraus.

Das Frauenmuseum Meran stellte uns großzügig Vintage Kleider und Accessoires aus ihrem Fundus zur Verfügung, die Schülerinnen der Berufsschule Luis Zuegg Meran sorgten unter der Anleitung ihrer Lehrperson Evelina Ferrari für das perfekte Makeup, Isabel Nicolussi widmete sich hingegen den Frisuren. Die Aufnahmen im Fotostudio der Schule entstanden unter der Leitung des Fotografen Stephan Fischnaller durch die Schüler*innen selbst. Ziel war es das besondere Licht der alten Werke zu imitieren, wobei verschiedene Lichtformer wie Softbox, Spot, Reflektorschirme eingesetzt wurden. Um die gewisse Atmosphäre und das Malerische der Bilder nachzuempfinden, wurden die Aufnahmen anschließend mit dem Bildbearbeitungsprogramm Photoshop verfeinert und retuschiert.

So sind die Werke von Albrecht Dürer, Leonardo Da Vinci, Caravaggio, Friedrich Overbeck, Francisco de Goya, Frida Kahlo, Man Ray, und Madame d’Orà durch die Schüler*innen buchstäblich am eigenen Leib lebendig erfahrbar geworden.

Gender & diversity 0

L´appassionata di musica Dj Trippy fa parte della ormai famigerata Collettiva Elettronika, un progetto di djing trans femminista. Come dj donna lesbica ci racconta delle difficoltà di farsi strada in un ambito prettamente maschile, ma soprattutto di come la musica sia un veicolo politico che permette di dare visibilità alle lotte di persone sottorappresentate.

Come hai scoperto questa passione e da quanto fai la dj?

La musica è sempre stata una grande passione, fin da molto giovane ho sempre suonato in band, suonavo chitarra e batteria. Poi, c’era questa amica che metteva dischi, mi piacevano le sue serate, mi piaceva la forza che trasmetteva una donna dietro la consolle, e quando il locale (il Cassero) mi propose di suonare lì una sera presi la palla al balzo. Era il 2000 e dal Cassero iniziai a girarmi i localini e i club di Bologna. Poco dopo assieme ad altre amiche lanciammo un progetto per promuovere il djing al femminile. Nel 2002 organizzammo la prima convention di dj donne, Shevilization. Erano i tempi dei primi Ladyfest in Italia e questo voleva essere un´iniziativa per promuovere il genere, applicata al djing. Da lì non ho più smesso, e oltre a mettere musica in prima persona come Trippy, organizzavo o promuovevo spazi di visibilità e socialità per le donne, la comunità lesbica e queer cittadina, e attualmente faccio parte della Collettiva Elettronika, un progetto di djingtransfemminista.

#Herstory 0

Una donna fuori dalle righe, artista e pilota, che ha sempre spiccato il volo verso nuove avventure. La sua storia inizia nel 1953 in provincia di Forlí. Fin da piccola Adriana aveva una spiccata personalità a cui dava risalto anche grazie a vestiti e trucco esuberanti. Era un vero spirito libero, che non si lasciava mai abbattere pur di perseguire i propri sogni ed esprimere la sua essenza, senza fronzoli o convenzioni.

A Ravenna studia presso l’“Istituto Statale d’Arte per il Mosaico“, divenendo allieva di artisti di grande fama pari a Lama, Bartolotti e Verlicchi. Non ancora soddisfatta, si imbarca in ulteriore studio presso l’Istituto tecnico Industriale, per poi finire persino all’Istituto di Aereonutica dove riesce ad acquisire i brevetti di navigazione come pilota civile. Conclude gli studi di aereonautica a Bologna e diventa così una delle prime donne pilota in tutta Italia. Adriana Castaldelli, che era sempre pronta a mettersi in gioco, era però spesso troppo precoce per i suoi tempi. Difatti quando chiede di essere assunta come pilota presso Alitalia, i tempi non sono ancora maturi, e la sua richiesta viene respinta. Adriana però ha ancora l’arte e suo marito, Anton Mitterer, pilota anche lui, conosciuto alla fine della sua formazione e che vive a Terlano. Adriana si trasferisce quindi in Alto Adige, ha due figli  e continua a dare sfogo alla sua altra passione: l’arte. Negli anni ’90 per aiutare il marito nell´azienda di famiglia prende addirittura la patente per i camion. Tutto é possibile, se ci si impegna.

#Birth Culture 0

Immer wieder kommen Schüler*innen ins Frauenmuseum, um mehr von der Teilnahme der Frauen an der Geschichte und den harterkämpften Rechten der Frauen, von Seiten der Frauenbewegungen, zu erfahren. Einige Klassen vertiefen Aspekte oder greifen einige Themen in der Schule auf, andere reflektieren und verarbeiten sie auf künstlerische Weise.

Die Künstlerin und Lehrerin Elisabeth Hölzl hat auch heuer wieder eine Klasse zu uns gebracht, die 4. Klasse des Kunstgymnasiums Meran. Um das Thema der Sonderausstellung Geburtskulturen den jungen Menschen näherzubringen, wurden einige kreative Werke direkt von den Schüler*innen realisiert. So zum Beispiel setzt sich das Video von Paula Jasmin Filková mit der Veränderung der Gebärmutter, während dem Sexualakt und der anschließenden Schwangerschaft, auseinander.

Des weitern wurden Umfragen zum Thema Geburten im frühen Alter durchgeführt, sowie Fotografien und Zeichnungen realisiert. Alle Werke sind noch bis Ende der Sonderausstellung „Birth Cultures“ im Museum zu begutachten.

Falls auch bei weiteren Schulklassen das Interesse bestehen sollte, genderspezifische Themen aufzuarbeiten, stellen wir gerne die Gast-Vitrinen im Museum zur Verfügung oder bieten Gender-Workshops sowie Führungen in unsere Dauerausstellung an.

 

Sarah Trevisiol

 

#Kulturlust 0

È proprio nello spirito del Museo delle Donne tessere una rete allargata con altri istituti, associazioni, gruppi d’interesse e, come in questo caso, con le scuole.

Sono molte le classi scolastiche che vengono al museo per una visita guidata, che illustra loro le tappe fondamentali della storia femminile e gli aspetti riguardanti le lotte per l’emancipazione, approfondendo temi come i ruoli di genere, il lavoro di cura e gli ideali di bellezza come elementi di costrizione culturale. Alcune classi propongono, elaborano o approfondiscono questi temi all´interno di progetti scolastici interdisciplinari.

Alcune fra queste scuole allestiscono persino mostre all´interno delle vetrine dedicate agli ospiti del museo, mettendo in gioco i saperi, le riflessioni e la creatività delle studentesse e degli studenti.

Quest’anno la rete si è allargata arrivando a coinvolgere addirittura una scuola nella cittadina di Jesi, in provincia di Ancona. Le studentesse della quinta classe dell´indirizzo di Moda dell’Istituto d’Istruzione Superiore Marconi Pieralisi di Jesi, hanno allestito a marzo una bellissima mostra nelle sale del Comune di Jesi dal titolo “Più donne più libere: Trasformazioni della moda nel XX secolo”.

Grazie alla prof.ssa Paola Soverchia, che ha visitato il Museo delle Donne alcuni mesi prima, abbiamo organizzato per le studentesse una visita guidata online usando il tour in 3D del museo.

#Kulturlust 0

L’agenzia di moda che propone un’immagine di donna autentica, libera e diversa.

Vuoi diventare una nuova musa di moda ma non ti senti all´altezza? Ora puoi farlo, visto che esistono sempre più agenzie di moda e pubblicitarie che cercano volti e corpi femminili particolari, che escono dagli schemi di bellezza standard, per rappresentare donne vere, genuine e belle proprio grazie alle loro imperfezioni. I’MPERFETTA fa proprio al caso tuo, perché promuove donne di ogni forma, età, provenienza o colore della pelle, donne che mostrano con orgoglio smagliature post-parto o scarificazioni corporee dovute a operazioni, donne con tatuaggi, marchi particolari e volti stravaganti, donne con protesi o disabilità – tutte orgogliosamente uniche, tutte da far risaltare proprio per la loro particolare bellezza. Promuovere bellezze reali significa evitare alle nuove generazioni di aspirare a bellezze stereotipate o ritoccate, abbattere muri d’insicurezze, affinché le donne di domani possano provare a piacersi e apprezzarsi per quello che sono realmente e per quello che sanno fare.

Unisciti alla comunità di muse imperfette e ispira anche altre donne e ragazze a sentirsi belle nella propria pelle. Perché come ci ricorda l’agenzia I’MPERFETTA: è nelle imperfezioni che vince la personalità!

#Kulturlust 0

Austellungseröffnung am 15.4 um 18Uhr

Es ist wieder einmal soweit: mit großer Freude dürfen wir euch ankündigen, dass wir am 15. April um 18.00 

Kritisch, ironisch und schlagkräftig. Sophie Lazari ist Illustratorin, Grafikerin, Tattoo-Künstlerin und Ausstellungskoordinatorin und befasst sich mit dem Thema der Diversität. In einer zunehmend digitalen Gesellschaft eignen wir uns immer mehr Körperidealen an, die stereotypisiert und heteronormativ sind. Es scheint als gäbe es für Diversität und Imperfektion keinen Platz. Sophie Lazari, die in Bologna geborene und in Berlin lebende Südtirolerin, findet Raum für Vielfältigkeit und zeigt uns in ihrer Serie Bodyreflections, dass Selbstliebe und Vielfältigkeit möglich ist. Jeder Körper ist wertvoll – egal wie alt, welche Hautfarbe, wie trainiert, wie unförmig, wie funktionsfähig und welches Geschlecht er beinhaltet.

Welches sind die Schwerpunkte und Themen in deiner Arbeit?

Sophie: In meiner Arbeit geht es um sozio-politische und historische Themen die mit Gender-
Konstrukten, Bewusstsein rund um Sexualität/Drogen, Korruption, Digitalisierung oder psychischer Gesundheit in Verbindung gebracht werden. Dabei ist mir wichtig so antirassistisch und genderfluid wie möglich zu arbeiten. Wenn mich eine Person anstellt, nur weil ich hübsch aussehe und jung bin, dann werde ich auf mein Äußeres reduziert. Weibliche Personen sind nicht weniger Wert, wenn sie sich ihre Achselhaare nicht rasieren oder wenn sie hohe Schuhe und Minirock tragen.

Es ist wieder einmal soweit: mit großer Freude dürfen wir euch ankündigen, dass wir am Samstag, 12. Februar um 11:30 unsere neue Gastvitrine eröffnen. Im Mittelpunkt stehen diesmal Aktfotografien der Künstlerinnen Romina Roman und Corinna Prechtl.

Mit viel Feingefühl und Hingabe erkunden die Fotografien den Kontrast, das Verhältnis, aber auch mögliche Verbindungen zwischen dem weiblichen Körper und Marmor. Die beeindruckenden Werke eröffnen neben dem Spannungsfeld zwischen Körper und Marmor als Materialien mit ihren je eigenen Strukturen aber auch Fragen nach Weiblichkeit, Frau-Sein, Körperlichkeit und -bewusstsein, Nacktheit und unserer Verbindung bzw. unserem Verhältnis zur Natur.

Dabei fesselt die atmosphärische Stimmung der Fotografien den Blick, zieht in den Bann und überzeugt durch die große Kraft, welche die Fotografien trotz oder gerade aufgrund der Nacktheit des Körpers und dessen direkter Darstellung und Konfrontation mit dem*der Betrachter*in ausstrahlen.

Wir haben die beiden Künstlerinnen vorab interviewt, um mehr über ihr Projekt zu erfahren:

Würdet ihr euch kurz vorstellen? Wer steckt hinter den Arbeiten, die in der Gastvitrine gezeigt werden?

Romina Roman: Mein Name ist Romina Roman. Eine junge Bildhauerin…. Ich bin sehr wissbegierig und erforsche verschiedenste Materialien und Techniken, wovon Marmor gerade im Mittelpunkt steht.

In questo viaggio musicale attraverso il tempo andrete con Mirjam Gruber e Franziska Guggenbichler Beck direttamente sotto i riflettori di opere famose e anche di altri generi musicali.

Le figure femminili nell’incursione musicale sono un’espressione del loro tempo e spesso sembrano antiquate dalla prospettiva di oggi. Sotto la lente d’ingrandimento, tuttavia, ci sono temi e aspetti che non perdono la loro attualità anche oggi. Le narrazioni abbaglianti ti permettono di conoscere da vicino i compositori e di immergerti nelle storie di fondo delle opere musicali.

In collaborazione con il Museo delle Donne e l’Accademia Merano, la prima performance di questo programma speciale ha avuto luogo la scorsa settimana. Il 12 giugno avrà luogo per la seconda volta nel parco dell’Accademia. Qui potrete avere un assaggio del concerto online.

Buon ascolto 😉

Der diesjährige Paul Flora Preis wird an die Künstlerin Maria Walcher verliehen. Wir gratulieren herzlich zu dieser Auszeichnung!

Die Verleihung durch die beiden Landesräte für Kultur der Länder Südtirol, Philipp Achammer, und Tirol, Dr. Beate Palfrader findet am Samstag, 15. Mai um 11 Uhr in Form eines Livestreams über den Youtube Kanal des Landes Südtirol statt. Sabine Gamper wird die Laudatio halten.

Maria Walcher greift seit über zehn Jahren in ihrer künstlerischen Arbeit dringende gesellschaftliche Themen rund um soziale Gerechtigkeit, Umgang mit dem Fremden, Arbeits- und Produktionsbedingungen, Caring- und Sharing-Praktiken sowie Erinnerungskultur auf, welche angesichts der fundamentalen kulturellen Umwälzungen durch COVID_19 mehr denn je sichtbar und spürbar in das öffentliche Blickfeld gerückt sind. – Sabine Gamper

Aus diesem Anlass erinnern wir uns gern an das Jahr 2012, als Maria Walcher mit „I PACK MY BAG“ auch vor dem Frauenmuseum Station gemacht hat. Auf einem Lastenfahrrad bepackt mit Koffer und Nähmaschine hat sich Maria Walcher auf ein Reiseprojekt begeben:

An einem neuen Ort angelangt, baue ich je nach lokaler Begebenheit die Wanderschneiderei im öffentlichen Raum (Straßen, Plätze, Gehsteige, Parks …) auf oder lasse mich in Cafés, Geschäften, Bibliotheken, Galerien … für ein paar Tage nieder und begebe mich auf die Suche nach weiteren Kleidern mit spezieller Geschichte. – Maria Walcher

Gender & diversity 0

Vielleicht sind sie jemandem von euch schon aufgefallen… Seit einigen Tagen hängen entlang des Straßenverlaufs von Lana bis zum Reschenpass eindrucksvolle großformatige Plakate. Während der erste Blick gefesselt bleibt von den Farben und Formen, dem Zusammenspiel von Licht und Schatten, von Strukturen und Körpern, gleitet der zweite Blick auf den eingängigen und gleichzeitig vielschichtigen Slogan: #vielfalt = #zukunft. Was hat es nun aber mit diesen Plakaten auf sich? Wir möchte euch heute das dahinterstehende Projekt genauer vorstellen.

Die Schüler*innen der Berufsfachschule für Steinbearbeitung in Laas machen zum heutigen Internationalen Tag der Menschenrechte mit einer Plakataktion auf die Achtung der #Menschenrechte aufmerksam. Während der Zeit des Fernunterrichts tauchten sie in ornamentale Sprachen verschiedener Kulturkreise ein. Im Fokus der Menschenrechte wurden bald neue Bedeutungsebenen alter Bilder sichtbar. Die Schüler*innen brachten ihre Erkenntnisse in Beziehung mit sich selbst – und legten die neu entstandenen Ornamente über ihr eigenes Portrait. In dieser komplexen Verbindung birgt jedes Plakat eine ganz besondere Botschaft. Allen sechs Plakaten gemeinsam ist jedoch die simple Botschaft: Vielfalt wird die Zukunft sein.

Bild: Landesberufsschule Schlanders, Berufsfachschule für Steinbearbeitung, Laas

MENSCHENRECHTE – viel zu oft im Leben vergessen und missachten wir Menschenrechte weltweit. Am meisten missachten wir sie in unserem Alltag, indem wir Menschen mit einem anderen Aussehen oder Verhalten verletzen und sie beschimpfen.

Il Museo delle Donne Soggetto Montagna Donna a Borgo in Valsugana sta facendo un progetto interessante: Vuole raccogliere prodotti della creatività femminile che sono stati creati durante la quarantena.

Durante la quarantena per l’Emergenza Coronavirus, in famiglia o in solitudine, molte di voi avranno gestito un tempo per sé stesse e la propria creatività.

Noi come Museo Casa Andriollo questa creatività la vorremmo documentare.

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