Browsing: Stop alla violenza di genere

Veranstaltung der urania meran am 08. Mai 2024 – Mit: Katharina Crepaz

Hass im Netz kann alle treffen – Frauen jedoch ganz besonders. Zwar bietet der digitale Raum Potential für feministischen Aktivismus („MeToo“), doch allzu oft tritt das Engagement in der digitalen Sphäre auf einen weit verbreiteten Antifeminismus. Katharina Crepaz vom Center for Autonomy Experience – Eurac Research, spricht in ihrem Vortrag über geschlechtsspezifische digitale Gewalt und die sog. „Manosphere“. Welche Gefahren gehen von diesem Phänomen aus? Wer sind die wichtigsten Akteure?

Nach Gewalterfahrungen im Netz ziehen sich Frauen oft aus demokratischen Diskursen und der (feministischen) Öffentlichkeit zurück. Wir überlegen gemeinsam, wie Kommunikationsräume (zurück-)gewonnen werden können und diskutieren Strategien gegen Hate Speech.

Mittwoch, 8. Mai 2024, 19.00 – 20.30 Uhr
urania meran
Ortweinstraße 6

Eintritt frei.

Anmeldung erforderlich unter Hate Speech & Antifeminismus (urania-meran.it) oder unter der Telefonnummer 0473/ 230219.

L’odio in rete (hate speech) e l’antifemminismo

Docente: Katharina Crepaz, Center for Autonomy Experience – Eurac Research

Anche noi del Museo delle Donne siamo tra i firmatari di questa lettera aperta inviata alle redazioni dei giornali, ai giornalisti e alle giornaliste, per richiedere un ulteriore cambiamento nella cultura della cronaca, affinché essa sia etica e rispettosa, in particolare nei casi che riguardano femminicidi o tentati femminicidi.

Auch das Frauenmuseum gehört zu den Unterzeichnern dieses offenen Briefes, der sich an Redakteure, Journalisten und Journalistinnen wendet, um einen weiteren Wandel in der Kultur der Berichterstattung zu fordern, damit diese ethisch und respektvoll ist, insbesondere in Fällen von Feminiziden oder versuchten Feminiziden.

Lettera in italiano

Bolzano, 6 marzo 2024

Lettera aperta alle redazioni,

CC: ODG e Consiglio di disciplina territoriale
Gentili redazioni, gentili giornaliste e giornalisti,

Notiamo, con grande preoccupazione, che si innescano sempre più spesso meccanismi che portano ad ignorare quei principi etici fondamentali per la professione da un lato e la società dall’altro.
È alla luce del sole che la ricerca dello scoop, la concorrenza tra redazioni e la pressione data dalla diffusione digitale delle informazioni vadano spesso a discapito del rispetto del Codice Deontologico del mestiere.
Ricordiamoci però che il diritto di cronaca non è una libertà di espressione assoluta ma è bilanciato da altri diritti, quali ad esempio il diritto alla privacy, il diritto alla dignità delle persone ecc. e questo diritto di cronaca va comunque esercitato rispettando le norme di legge dettate a tutela della personalità altrui (legge 69/1963) e attenendosi all’essenzialità della notizia e alla continenza; specialmente nei fatti di cronaca, senza spettacolarizzare la violenza (Testo Unico dei Doveri del Giornalista, 2021, Art. 3 e Art. 5bis).

Am 8. März, dem Internationalen Frauentag, gehen Feminist:innen weltweit für Frauenrechte auf die Straße. Sie protestieren gegen die bestehenden Machtungleichheiten und diskriminierende patriarchale Strukturen und solidarisieren sich als internationale feministische Bewegung. Damit ist der 8. März ein wichtiges Datum, um die Errungenschaften für Frauenrechte zu feiern, die Gleichstellung der Geschlechter zu fordern und gegen frauenfeindliche Machtstrukturen zu demonstrieren. Und das hat eine lange Tradition.

Seinen Ursprung hat der Weltfrauentag 1908, auf einer Demonstration von Textilarbeiter:innen in den USA, die sich für das Frauenwahlrecht einsetzten. In Europa geht der Begriff „Internationaler Frauentag“ auf die Sozialistin Clara Zetkin zurück, die 1910 erstmals die Einführung eines Frauentags vorschlug.

Gut ein Jahr nach ihrem ersten Vorschlag für die Einführung eines internationalen Frauentags rief Clara Zetkins am 8. März 1911 offiziell zu einer Frauendemonstration auf und beschrieb sie als wichtigste Kundgebung für Frauenrechte. Auf ihre Initiative fand schließlich der erste Internationale Frauentag am 19. März 1911 statt. Seit 1921 findet der Weltfrauentag am 8. März statt.

1977 erklärten auch die Vereinten Nationen (UN) den 8. März zum Internationalen Frauentag.

Tutti gli inizi (di settimana) sono difficili ;-). Vogliamo renderveli un po’ più spensierati, con qualche buona citazione o battuta di spirito a volte profonde e a volte meno. Iodonna vi augura un buon inizio della settimana.

Sigrid Pisanu, operatrice presso il Centro Antiviolenza e la Casa delle donne di Merano dal 2001, è un’esperta di violenza di genere. In un recente articolo su Salto.bz, discute della delibera della Giunta provinciale che introduce il “Contributo di solidarietà per l’assistenza legale alle donne vittime di violenza e abusi”.

Pisanu affronta la violenza contro le donne come un fenomeno globale e complesso, spiegando che l’approccio attuale, basato su interventi d’emergenza e allontanamento, non considera appieno la complessità coinvolgente anche gli uomini. Pisanu sottolinea l’importanza di affrontare il tema correttamente, coinvolgendo gli uomini e promuovendo formazione, consapevolezza e un cambio culturale.

 

Foto: Nicholas Rizziero

 

Il 25 novembre, la Giornata internazionale contro la violenza di genere, quest’anno il nostro NO sarà un NO in silenzio ma nè discreto nè tantomeno nascosto. È “L’Alto Adige si ferma”, due minuti di raccoglimento collettivo in tutti i luoghi della provincia.

Anche noi Museo delle Donne sosteniamo la campagna “L’Alto Adige si ferma”, promossa dalla Commissione provinciale per le pari opportunità e invitiamo tutte e tutti voi a partecipare.

La violenza sulle donne purtroppo è un tema sempre attuale. I femminicidi di Sigrid Gröber (19 febbraio) e Celine Frei Matzohl (12 agosto) di quest’anno dimostrano che anche in Alto Adige le donne non sono sufficientemente protette dalla violenza. Circa 600 donne si rivolgono ogni anno alle case di accoglienza o ai centri di consulenza. In Italia si registra un femminicidio ogni tre giorni.

Wir möchten auf die 30Jahrfeier der Beratungsstelle gegen Gewalt an Frauen als ein sicherer Ort für Frauen hinweisen und auch dem Team das sich dort engagiert für ihren Einsatz ein DANK aussprechen!

Seit dem 15. April 1993 führt der Verein “Donne contro la violenza – Frauen gegen Gewalt” mit Finanzierung der Bezirksgemeinschaft Burggrafenamt, den Frauenhausdienst in Meran.

Drei Jahrzehnte an Unterstützung, Begleitung, Stärkung von Frauen, die Gewalt erlebt haben, Frauen verschiedener Generationen und Herkunft, die ein Stück ihres Lebensweges geteilt haben. Sie feiern auch 30 Jahre an Initiativen zugunsten eines kulturellen Wandels hin zu einer gewaltfreien Kultur.

Die Beratungsstelle gegen Gewalt an Frauen stellt sich anhand der Geschichten von 8 Frauen vor, welche die Mitarbeiterinnen kennengelernt und unterstützt haben. Diese Geschichten können über Plakate, Audioaufzeichnungen und soziale Plattformen verfolgt werden.

Die Plakatkampagne

Die Kommunikationskampagne “Jetzt spreche ich” wird vom 30. Oktober bis zum 26. November an den Bushaltestellen in der Stadt Meran, im restlichen Burggrafenamt und im Vinschgau ausgehängt.

Vom 30. Oktober bis 5. November und vom 20. bis 26. November werden die Plakate auch im Einkaufszentrum in Algund zu sehen sein.

Die Kampagne geht auch auf YouTube, Facebook und Instagram weiter

#Kulturlust 0

Eccoci al nostro appuntamento bisettimanale con le puntate del programma Una breve storia delle donne di Sandra Passarello a cura di Alessandra Tortosa, ora su Rai Alto Adige come Podcast.
In ogni puntata vi sono voci autorevoli di esperte del territorio, accompagnate da brani di letteratura e musica, alcuni come testimonianza della storia del costume italiano, altri più attuali che mai.

Vi auguriamo una buona lettura e un buon ascolto!

PUNTATA 10

Violenza di genere

Puntata delicata questa numero 10, dedicata alla violenza di genere, che comincia proprio con un’intervista sul territorio, ad una delle operatrici del Centro antiviolenza GEA di Bolzano, per parlarci dei servizi che il centro offre a tutte le donne, che abbiano necessità di protezione e assistenza, per uscire dalla paura. “Io non ho paura di te” è anche il brano di Emma Marrone che segue. Non può mancare una lettura dalla raccolta “Ferite a morte” curato da Serena Dandini; la voce di Alessandra Limetti darà voce al brano letterario e quella della cantante messicana Silvana Estrada alla canzone “Si me matan” (se mi uccidono).
La violenza non è solo fisica, ma può essere anche psicologica e non meno violenta di quella sul corpo. Ce ne parla Francesca Pizzuti nel suo “Non capisco”, con un’analisi interessante dei meccanismi psicologici alla base della dipendenza autolesionista di una donna nei confronti di un uomo.
Ad alleggerire il tema un paio di canzoni degli anni sessanta dal Quartetto Cetra con “Però mi vuole bene” e dalla voce di Fred Buscaglione con “Teresa non sparare”. Anche la scrittrice Angeles Mastretta ci parla di questo tema attraverso la ribellione di zia Chila, racconto assai ironico, tratto dalla sua famosa raccolta “Donne dagli occhi grandi”. Sempre restando in tema psicologico la canzone “Gaslighter” del gruppo delle Dixie Chicks, ci racconta in musica il modo di operare una manipolazione psicologica su un’altra persona, definito appunto gaslighter.

Un curioso trend, il “Subway T-shirts” sta attirando l’attenzione su una questione ancora presente nella società: la paura di aggressioni sessiste che molte donne affrontano quando si spostano in determinati contesti pubblici, in luoghi considerati non sicuri e in particolare, li dove è nato nella metropolitana di New York. Nonostante sia indiscutibile il diritto di ciascuno di vestirsi come desidera e di vedere rispettata la propria persona e il proprio corpo, le donne continuano a sentirsi bersaglio di atti sessisti, come fischi, sguardi imbarazzanti, commenti sul corpo e contatti indesiderati.

La campagna “Subway T-shirts” che da New York sta passando anche in altri paesi, è stata ideata e lanciata su Tik Tok da alcune giovani donne, e sta girando in altri paesi, che desiderano rendere visibile questo grande disagio del non potersi muovere liberamente in tutti i luoghi pubblici, senza temere aggressioni o molestie, specialmente nelle ore serali e sui mezzi pubblici. L’idea è quella di nascondere e coprire il proprio outfit con magliette oversize XXL durante il tragitto, per poi toglierle e godere della propria libertà una volta raggiunta la destinazione.

Das sind die Ziele der feministisch-partizipativen Aktionsforschung „TRACES – TRAnsgenerational ConsEquences of Sexual violence“ zu den Langzeitfolgen sexualisierter Gewalt gegen Frauen in Südtirol.

Im Rahmen der dreijährigen Forschung sollen die Langzeitfolgen von Traumata aus sexualisierter Gewalt und ihre transgenerationale Weitergabe in Südtirol untersucht werden, beginnend im Vinschgau. Finanziert von der Provinz Bozen-Südtirol und der Stiftung Südtiroler Sparkasse führen die Universität Trient, medica mondiale, das Forum Prävention und das Frauenmuseum Meran gemeinschaftlich die Studie TRACES durch. Die Forschungsleitung übernimmt Andrea Fleckinger von der Universität Trient. Die Forschung hat zum Ziel, das Kontinuum der Gewalt zu durchbrechen, ein Sprechen über sexualisierte Gewalt zu ermöglichen, einen Beitrag zu leisten, vergangene Gewalterfahrungen gesamtgesellschaftlich aufzuarbeiten und präventiv das Entstehen von neuen Gewaltspiralen zu verhindern. Mit sexualisierter Gewalt sind alle Formen von Übergriffen gemeint, die Frauen entgegen ihrer körperlichen Selbstbestimmung auf ihren Körper reduzieren und demütigen, wie unerwünschte Küsse, erzwungene sexuelle Handlungen, ungewollte Berührungen, Vergewaltigung und vieles mehr.

Barbara Poggio, Sigrid Prader, Monika Hauser, Arno Kompatscher, Christa Ladurner. Foto: Ingrid Kapeller / Forum Prävention

Geschlechtsspezifische Gewalt gegen Frauen und Mädchen ist eine der weltweit meistverbreiteten Menschenrechtsverletzungen. Südtirol bildet hier keine Ausnahme, wie die Zahlen jedes Jahr aufs Neue belegen,

Kürzlich zeigte der FilmClub Bozen ein einzigartiges Werk, die Dokumentation ‘FEMINISM WTF’ von Katharina Mückstein. Unser Team vom Frauenmuseum hat ihn am Montag als interne Weiterbildung gesehen. Für uns war es wie das Hinzufügen wichtiger Puzzleteile zu den Inhalten, die wir im Laufe der Jahre in unserer Arbeit über die Geschichte von Frauen, Feminismus und Genderfragen gesammelt haben. Der Film gibt keine Antworten… er stellt Fragen. Er eröffnet Szenarien, die scheinbar unverbunden erscheinen, wie zum Beispiel Feminismus, Intersektionalität, Klassismus, Rassismus, Umweltschutz, Care-Arbeit und Kapitalismus, und er verknüpft sie, indem er die unsichtbaren Verbindungen erklärt, die das Gewebe unserer Gesellschaft durchziehen.

“FEMINISM WTF” ist ein lauter und kompromissloser Dokumentarfilm, der eine klare Botschaft gegen das Patriarchat und den Kapitalismus sendet. Der Dokumentarfilm ist provokant und stellt wichtige Fragen zur aktuellen feministischen Debatte. Der Film zeigt, dass Feminismus viel mehr ist als nur Frauenrechte und dass es um die Aufhebung von Macht- und Abhängigkeitsverhältnissen geht.

Die Expert:innen aus verschiedenen Fachbereichen bringen ihre Perspektiven und Erfahrungen in den Film ein. Dabei werden wichtige Fragen gestellt, wie zum Beispiel die Gründe für die Dominanz des binären Geschlechtersystems oder warum Frauen immer noch den Großteil der unbezahlten Haus- und Kindererziehungsarbeit machen müssen. Der Film zeigt auch auf, wie der Kapitalismus und der Feminismus miteinander im Widerspruch stehen und wie koloniale Strukturen die heutigen Ideen von sexueller Freiheit und rassistischen Stereotypen prägen.

“Missbrauch in Südtirol bekämpfen & Kinder und Jugendliche besser schützen” lautet die Petition, die vor einigen Tagen auf Landesebene von Judith Hafner vom Netzwerk La Rëi” und Veronika Oberbichler, Autorin des Buches Wir brechen das Schweigen”, vorgestellt wurde. Bis heute haben sich mehr als 23 Vereine aus der Region angeschlossen.

“Affrontare l’abuso in Alto Adige & proteggere meglio bambini e ragazzi” é la petizione presentata da pochi giorni a livello provinciale promossa da Judith Hafner de “La Rete Das Netzwerk La Rëi” e Veronika Oberbichler, autrice del libro “Wir brechen das Schweigen. Fino ad ora vi hanno aderito oltre 23 associazioni del territorio.

Worum geht es?

Im Südtiroler Landtag wurde im Mai 2022 ein Beschlussantrag eingebracht, der die Errichtung einer landesweiten weisungsfreien Ombudsstelle mit einem Beauftragen/einer Beauftragten für Fragen des sexuellen Missbrauchs vorsieht. Außerdem soll in Südtirol eine wissenschaftliche Kommission zur Untersuchung und Aufarbeitung von sexuellem Missbrauch eingesetzt werden. Derzeit ist zwar eine Arbeitsgruppe dabei, konkrete Vorschläge für die Umsetzung zu erarbeiten. Doch es geht nur langsam voran. Zunehmend mehr Organisationen und Privatpersonen schließen sich deshalb einer aus Südtirols Zivilgesellschaft herauswachsenden Plattform an, die die Petition und deren Inhalte forciert.

Performance/reading #aNoiNo!NICHTmitUns!
16 marzo alle ore 18.00 presso il Museo delle Donne

La violenza di genere è un problema diffuso in tutto il mondo e purtroppo l’Italia non fa eccezione. È importante che le persone di tutte le età, soprattutto, le nuove generazioni, trattino e approfondiscano questa questione, imparino con quali subdole forme essa si può manifestare, sappiano quali risorse la società civile mette in atto per prevenirla, e come loro stesse possano contribuire affinché esca dal sommerso.

Il convitto della Scuola Alberghiera di Lingua Italiana “Cesare Ritz” di Merano ha affrontato la tematica della violenza di genere con diversi gruppi nel corso degli ultimi anni. Attraverso laboratori e diversi incontri, le studentesse e gli studenti hanno avuto l’opportunità di discutere e approfondire questo tema molto delicato, accompagnati dalle loro educatrici ed educatori.

Il reading del 16 marzo è il risultato di un lavoro di diversi mesi durante i quali si sono messi in gioco, facendo anche un percorso di formazione personale e di consapevolizzazione, per poi salire palco e condividere con il pubblico esterno emozioni e riflessioni di grande impatto.

Zahlreiche Menschen haben sich gestern am Flash Mob One Billion Rising in Meran beteiligt. Bei dem von Trommeln begleiteten Umzug durch die Straßen und dem gemeinsamen Tanz auf dem Thermenplatz konnte viel Aufmerksamkeit erregt werden. Der Flashmob findet jährlich am Valentinstag statt, dem Tag der Liebe, um der Botschaft Nachdruck zu verleihen: Wir lassen niemanden allein und Gewalt ist keine Liebe!

Assolutamente ogni volta che viene fatta un’iniziativa, che possa essere questa o altre, ci sono delle donne che si sentono meno sole e che vedono che hanno una possibilità. – Sigrid Pisanu, operatrice Casa delle Donne di Merano

È un’iniziativa internazionale a cui partecipano 190 paesi e Merano fin dall’inizio ha partecipato. Il messaggio è quello di alzare la voce e di ballare insieme contro la violenza. – Katharina Zeller, Vicesindaca di Merano.

Hier könnt ihr dem Link zum Videobeitrag von Video33 folgen:

 

One Billion Rising, la campagna globale nata per chiedere a gran voce la fine alla violenza contro le donne e le ragazze compie 10 anni. Il progetto che ha ormai raggiunto una portata oltre all’immaginario, mira a riunire milioni di persone in tutto il mondo per danzare e manifestare in solidarietà con le vittime della violenza di genere. L’obiettivo è quello di creare consapevolezza, sensibilizzare e mobilitare la comunità globale per chiedere cambiamenti a livello legislativo, culturale e sociale per porre fine alla violenza di genere.

Anche quest’anno la citt di Merano non può mancare.

Partecipa anche tu! Ti aspettiamo

Ci troviamo il 14.02.2022 alle 17.00, in via Cassa di Risparmio a Merano.

Saremo in tantissime/i!

E non dimenticare: Indossa qualcosa di rosso!

Quest’anno per essere ancora più incisive ci troviamo a fare le prove della coreografia del flashmob.

Questi sono gli appuntamenti

Per tutte e tutti: 9.2.2023 ore 18, HUB 37 (via Otto Huber 37)

Per le scuole: 2.2.2023 ore 17, FOS (piazza Mazzini 1) o 10.2.2023 ore 12.35

Aula Magna del Gandhi, (via Wolf 38)

Zwischen 25. November und 10. Dezember liegen 16 Tage, die zwei wichtige Gedenktage verbinden: Den Internationalen Tag gegen Gewalt an Frauen und den Tag der Menschenrechte. Die Kampagne 16 Tage macht sich dafür stark, Frauenrechte als Menschenrechte anzuerkennen.

Die Globale 16-Tage-Kampagne gegen geschlechtsspezifische Gewalt gegen Frauen ist eine internationale Kampagne, die auf das erste Women’s Global Leadership Institute im Jahr 1991 zurückgeht.

Der Zeitraum der Kampagne wurde gewählt, um eine Verbindung zwischen Gewalt gegen Frauen und Menschenrechten herzustellen und zu betonen, dass geschlechtsspezifische Gewalt gegen Frauen eine Verletzung der Menschenrechte darstellt.

1981 riefen lateinamerikanische Feministinnen das Todesdatum der drei Schwestern Mirabel zum Gedenktag gegen Gewalt an Frauen aus. Dies nachdem am 25. November 1960 der dominikanische Geheimdienst die Schwestern im Auftrag des Diktators Trujillo ermorden liess. Der Tag der Menschenrechte am 10. Dezember erinnert an das Jahr 1948, als die Allgemeine Erklärung der Menschenrechte durch die Generalversammlung der UN in New York verabschiedet wurde. Durch die zwei Daten wird eine Brücke vom Süden in den Norden gebildet, welche verdeutlicht, dass Gewalt an Frauen überall stattfindet und ein globales Thema ist.

Die Globale 16-Tage-Kampagne ist eine Organisationsstrategie für Einzelpersonen und Gruppen auf der ganzen Welt, um die Beseitigung aller Formen von geschlechtsspezifischer Gewalt gegen Frauen zu fordern und um:

La campagna di comunicazione contro la violenza sulle donne #qualcosanonva si rinnova con 3 nuove campagne curate da tre artist*, elaborate in stretta relazione con le istituzioni del Tirolo. Dopo la campagna del 2020 tenutasi nella nostra provincia, ora è la volta dell’Austria dove l’iniziativa è stata curata dalla rete di KöR Tirol (Kunst im öffentlichen Raum Tirol). Si tratta di nuovi manifesti realizzati per affrontare il tema della violenza contro le donne* con un approccio artistico e letterario-poetico, per renderlo sempre più visibile negli spazi pubblici, nelle strade e nelle piazze a contrasto dei luoghi nascosti, le case e le stanze in cui la violenza viene esercitata. È un grido di dolore, una richiesta di aiuto ad alta voce, affinché NON SUCCEDA PIÙ!

In Austria, circa tre donne vengono assassinate ogni mese, e una donna su cinque subisce violenza fisica e/o sessuale dopo aver compiuto i 15 anni. Questi sono solo due dei numeri spaventosi del rapporto annuale 2020 delle case per le donne in Austria. La soglia d’inibizione a denunciare le aggressioni è ancora più alta nelle zone rurali che nei centri urbani, dove il contesto è più anonimo. Ecco perché la nuova edizione di #qualcosanonva si concentra su una diffusione mirata ai paesi e nonché alle città del territorio del Tirolo. (lungomare.org)