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L´appassionata di musica Dj Trippy fa parte della ormai famigerata Collettiva Elettronika, un progetto di djing trans femminista. Come dj donna lesbica ci racconta delle difficoltà di farsi strada in un ambito prettamente maschile, ma soprattutto di come la musica sia un veicolo politico che permette di dare visibilità alle lotte di persone sottorappresentate.

Come hai scoperto questa passione e da quanto fai la dj?

La musica è sempre stata una grande passione, fin da molto giovane ho sempre suonato in band, suonavo chitarra e batteria. Poi, c’era questa amica che metteva dischi, mi piacevano le sue serate, mi piaceva la forza che trasmetteva una donna dietro la consolle, e quando il locale (il Cassero) mi propose di suonare lì una sera presi la palla al balzo. Era il 2000 e dal Cassero iniziai a girarmi i localini e i club di Bologna. Poco dopo assieme ad altre amiche lanciammo un progetto per promuovere il djing al femminile. Nel 2002 organizzammo la prima convention di dj donne, Shevilization. Erano i tempi dei primi Ladyfest in Italia e questo voleva essere un´iniziativa per promuovere il genere, applicata al djing. Da lì non ho più smesso, e oltre a mettere musica in prima persona come Trippy, organizzavo o promuovevo spazi di visibilità e socialità per le donne, la comunità lesbica e queer cittadina, e attualmente faccio parte della Collettiva Elettronika, un progetto di djingtransfemminista.

Starke Frauen 0

Audrey vive in Alto Adige da più di trent ‚anni, ha cresciuto qui quattro figli/e, lavora come insegnante d’inglese presso diverse scuole e ha messo in piede il „Café interculturale“ assieme all’Urania di Merano. Oltre alla sua lingua madre, l’inglese, parla un poco d’italiano, un buon tedesco e il dialetto altoatesino. Nonostante ciò non si sente ancora del tutto parte della società locale, poiché il colore della sua pelle sembra renderla ‚diversa‘ agli occhi altrui.

Vedo come mi guarda certa gente , percepisco la loro diffidenza. A Londra non mi sono mai sentita tanto diversa, il colore della mia pelle non aveva lo stesso peso. Qui invece c’é stato persino chi mi ha insultata pubblicamente, accusandomi di essere pigra o di voler rubare lavoro, per il solo fatto che ho la pelle più scura della loro. La cosa che mi rattrista è che questa gente non si prende nemmeno la briga di conoscermi, ma si sofferma solo su pregiudizi e generalizzazioni. Meno male che non tutte le persone sono così. Poi bisogna dirlo, io sono fortunata, perché sono una straniera privilegiata: ho studiato, lavoro e non ho avuto viaggi traumatici. Inoltre parlo il dialetto sudtirolese e quindi le persone sono più accomodanti nei miei confronti.

Tutti gli inizi (di settimana) sono difficili ;-). Vogliamo renderveli un po’ più spensierati, con qualche buona citazione o battuta di spirito a volte profonde e a volte meno. Iodonna vi augura un buon inizio della settimana.

Carla Lonzi è una delle voci femministe italiane che hanno fatto la storia del nostro paese. Scrittrice e critica d’arte, scrisse assieme ad altre il Manifesto di Rivolta Femminile del 1970, autrice del libro “Sputiamo su Hegel”.

Ecco la nostra collezione di citazioni.

Roberta Ciola 

Foto: Gerald da Pixabay

 

 

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Ti domandi cosa siano le teorie queer o quali sono gli obiettivi dei femminismi attuali? Vuoi capirci qualcosa in piú su genere, sesso e identitá di genere non sai bene dove iniziare?

Questo documento allora fa al verso giusto per te, all´interno trovi spiegazioni ed esempi pratici che ti potranno aiutare a navigare meglio nel complesso ma esaltante mondo delle identitá di genere. Vi trovi anche interssanti bibliografie che ti permetteranno di approfondire ancora meglio. Allora che aspetti?! Tuffati nel mare queer o dei  femminismi e fatti una tua opinione, una tua visione che ti permetterá di valutare anche te stessa/o sotto una nuova veste.

I contenuti sono stati raccolti durante l´incontro con la presidente di Centaurus Arianna Miriam Fiumefreddo il  14 luglio al Est Ovest Club di Merano: „Let´s Talk! Gender: Tra genere, identitá e amore“

 

Cosa si intende per femminismo?

Si tratta di movimenti di donne che si battono per un cambiamento fondamentale delle norme sociali (ad esempio, la tradizionale distribuzione dei ruoli tra i generi), per l’eliminazione della violenza e discriminazione di genere, e per un’effettività parità tra donne e uomini nella società.

Gender & diversity 0

Voglia di un´associazione femminista intersezionale, che va oltre ogni stereotipo e si occupa di diritti LGBTQ+ cercando di vedere il valore delle singole persone a prescindere dal loro genere, orientamento sessuale, etnia, credo o cultura di appartenenza?

Beh allora BOSSY fa al verso vostro. Nata nel 2014 come associazione no profit, il team propone incontri nelle scuole e nelle aziende, organizza campagne ed eventi e scrive articoli di sensibilizzazione e informazione. Per fortuna stanno crescendo anche in Italia organizzazioni come questa, che si battono contro ogni forma di discriminazione e a favore della disuguaglianza di genere. Speriamo che presto seguano sul territorio nazionale anche altri Musei delle Donne.

La proposta originale di BOSSY è di proporre riflessioni e critiche costruttive anche all´interno del mondo femminista attuale, per ragionare su cosa significa effettivamente discriminare e accorgersi che è fattibile discriminare anche senza rendersene conto. L´obiettivo dell´associazione è di fare un lavoro effettivo sul campo, spiegando come portare maggiore diversità e parità di genere, anche fra le fila femministe.

#kulturlust 0

Am Donnerstag, 9. Juni um 21.00 startet unsere neue dreiteilige Programmreihe in Zusammenarbeit mit dem OST WEST country Club: Time to talk! 

Körper: Die Schönheit der Vielfalt | Corpi: la bellezza della varietà

Keine Lust mehr auf stereotype oder retuschierte Schönheitsbilder? Wir wollen Menschen jeden Alters, jeder Körperstatur, Herkunft oder Hautfarbe, mit Besonderheiten, Narben, Implantaten oder Behinderungen eine Bühne geben, in der Hoffnung dass alle lernen, sich in der eigenen Haut wohl zu fühlen. Wir wollen Mauern der Unsicherheit einreißen, die Wichtigkeit von Ästhetik herunter brechen und auf die Gefahr von Diskriminierungen aufgrund des Aussehens hinweisen. Das Publikum kann sich jederzeit direkt ins Gespräch einbauen, mitmachen und eigene Erfahrungen einbringen.

Feminismen aller Art, haben immer wieder unterstrichen, wie wichtig es für den Prozess der Selbstbestimmung und Freiheit ist, sich von vorgegeben Mustern und Schönheitsidealen zu lösen, um sich selbst schätzen und entfalten zu können. Wir werden im Laufe des Gesprächs verschiedene feministische Konzepte wie gender, Bodyshaming und Intersektionalität (vielfache Diskriminierungsformen) besprechen, auch um aufzuzeigen, welchen Beitrag Frauen für die Weiterentwicklung der Gesamtgesellschaft geleistet haben. Schönheitswahn, Diäten, Essstörungen und Frustrationen in Bezug auf den eigenen Körper, betreffen nämlich schon lange nicht mehr ausschließlich Frauen. Mittlerweile sind fast alle davon betroffen, die mal in einer Modezeitschrift geblättert haben, einen Film oder eine Werbung gesehen haben…es ist fast unmöglich der sogenannten Perfektion auszuweichen, ohne sich mit den Models zu messen, ohne sich über die eigenen Unvollkommenheiten Gedanken zu machen.

#iodonnadelmese 0

In questo mese di marzo – tutto all’insegna della parità di genere – vogliamo dare la parola alla presidente dell’associazione locale LGBTQIA+°° Centaurus: Arianna Miriam Fiumefreddo.

Nata nel 1982 a Palermo e trasferitati a Trento nel 2004, con una formazione in sociologia e una esperienza lavorativa nella commissione provinciale pari opportunità di Trento, come counsellor e all’interno di strutture educative e sanitarie, ora vivi a Bolzano e dal 2021 ricopri la carica di presidenza di Centaurus. Quali sono le tue sfide personali e collettive per la causa LGBTQIA+?

Sono impegnata come volontaria e attivista per la causa LGBTQIA+ da anni ormai, anche se nelle terre trentine/altoatesine ho avuto il modo di vivere ed esprimere la mia personalità a pieno. Oggi per me essere attivista presso Centaurus significa poter restituire quello che mi hanno dato molte persone che ho incontrato nella mia vita: la forza di vivere senza nascondermi, di autodeterminare chi sono e di non vergognarmi nel farlo anche ad alta voce. Centaurus vuole creare una comunità locale di persone LGBTQIA+, che permetta a chiunque di sentirsi al sicuro, parte di una comunità, cosciente e consapevole delle proprie scelte. Affermare la propria identità di genere non è cosa facile e accompagnare chi sta percorrendo tale cammino, è un grande onore e patto di fiducia. Spero che un giorno non ci sia più la necessità di avere una casa protetta, uno sportello informativo o di fare tanto lavoro di sensibilizzazione, però fino a quel momento, abbiamo una responsabilità verso chi non gode tuttavia delle stesse libertà, chi vive aggressioni ed esclusioni a causa della propria identità di genere o del proprio orientamento sessuale. Ognuno rappresenta un piccolo mondo, la meta è riuscire a far sì che tutti piccoli mondi, fatti a loro volta di mille sfumature, possano convivere e crescere insieme. Personalmente mi sento anche sempre responsabile verso le mie idee per la creazione di un mondo migliore, più equo, libero da pregiudizi e modelli di genere rigidi e soffocanti.

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Am 28. Juni war der Christopher Street Day. Ein internationaler Gedenk-, Aktions- und Demonstrationstag, an dem queere Menschen für ihre Rechte auf die Straße gehen. Im folgenden Video findet ihr eine kurze Erklärung, bevor wir auf die aktuelle Situation rund um das ZAN-Gesetz in Italien blicken.

In Italien wurde letztes Jahr ein Gesetz auf den Weg gebracht, das einige der Forderungen und Anliegen rechtlich absichern würde. Der Gesetzesentwurf – der auch ZAN-Gesetz genannt wird (nach dem Namen des Abgeordnete Alessandro Zan, dem ersten Unterzeichner) – und vom Parlament bereits beschlossen wurde sieht vor, dass auch Diskriminierung, Gewalt und Hassverbrechen aufgrund des Geschlechts, der Geschlechtsidentität, der sexuellen Orientierung oder aufgrund von Beeinträchtigungen zur Strafe gebracht werden. Der Gesetzesentwurf sieht außerdem vor, dass ein nationaler Tag gegen Homophobie eingeführt wird und Schutzhäuser für Opfer von Gewalt eingerichtet werden.

Ein ähnliches Gesetz gegen Hassverbrechen und Diskriminierungen in Form von Rassismus oder aufgrund der Ethnizität oder der Religion gibt es bereit – das „Reale-Mancino“-Gesetz.

Damit das ZAN-Gesetz in Kraft treten kann, muss es allerdings noch vom Senat bestätigt werden. Und genau an diesem Punkt gibt es momentan Schwierigkeiten. Ein Teil der Abgeordneten des Senats bedroht nämlich die Verabschiedung des Gesetzes. Die Gegenpositionen reichen von einer vollkommenen Stopp der Zulassung des Gesetzesentwurfes bis hin zu Änderungsvorschlägen hinsichtlich bestimmter Begriffe.

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Vielleicht sind sie jemandem von euch schon aufgefallen… Seit einigen Tagen hängen entlang des Straßenverlaufs von Lana bis zum Reschenpass eindrucksvolle großformatige Plakate. Während der erste Blick gefesselt bleibt von den Farben und Formen, dem Zusammenspiel von Licht und Schatten, von Strukturen und Körpern, gleitet der zweite Blick auf den eingängigen und gleichzeitig vielschichtigen Slogan: #vielfalt = #zukunft. Was hat es nun aber mit diesen Plakaten auf sich? Wir möchte euch heute das dahinterstehende Projekt genauer vorstellen.

Die Schüler*innen der Berufsfachschule für Steinbearbeitung in Laas machen zum heutigen Internationalen Tag der Menschenrechte mit einer Plakataktion auf die Achtung der #Menschenrechte aufmerksam. Während der Zeit des Fernunterrichts tauchten sie in ornamentale Sprachen verschiedener Kulturkreise ein. Im Fokus der Menschenrechte wurden bald neue Bedeutungsebenen alter Bilder sichtbar. Die Schüler*innen brachten ihre Erkenntnisse in Beziehung mit sich selbst – und legten die neu entstandenen Ornamente über ihr eigenes Portrait. In dieser komplexen Verbindung birgt jedes Plakat eine ganz besondere Botschaft. Allen sechs Plakaten gemeinsam ist jedoch die simple Botschaft: Vielfalt wird die Zukunft sein.

Bild: Landesberufsschule Schlanders, Berufsfachschule für Steinbearbeitung, Laas

MENSCHENRECHTE – viel zu oft im Leben vergessen und missachten wir Menschenrechte weltweit. Am meisten missachten wir sie in unserem Alltag, indem wir Menschen mit einem anderen Aussehen oder Verhalten verletzen und sie beschimpfen.

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Seit einigen wenigen Wochen gibt es in MeranSpIQ“ – einen LGBTQIA+ help point, einen Schalter, einen Ort, an den sich LGBTQIA+ Personen mit ihren Fragen, Anliegen oder bei Problemen wenden können, ebenso aber auch Personen, die durch ihr Umfeld mit diesen Themen konfrontiert sind/werden.

Wir freuen uns über die durch diese Initiative eröffneten Möglichkeiten und haben mit einer der beiden Ansprechspersonen des Schalters in Meran gesprochen, um die Initiative hier auf dem Blog genauer vorstellen zu können.

Sandra Scherz, würden Sie sich uns bitte kurz vorstellen?

Hallo, und vorweg ein herzliches Dankeschön an das Frauenmuseum Meran für diese Möglichkeit hier über die neue Beratungsstelle in Meran sprechen zu können. Ich bin seit März 2019 Teil des SpIQ-Teams. Über meine Ausbildung zum „Counsellor Professional – psychosoziale Lebensberaterin“ bin ich zu dieser tollen Initiative gekommen. Ich komme aus Wien und lebe seit fast neun Jahren in Meran. Mit der Übersiedelung ließ ich auch den Finanzdienstleistungssektor hinter mir und fasste Fuß in der Sozialen ArbeitSchwerpunkt Erziehung und Begleitung von Kindern und Jugendlichen, Eltern- und Netzwerkarbeit.

Seit wann gibt es den SpIQ Schalter in Meran?

Den Schalter gibt es seit 13. September 2019 in Meran.

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In Teil 1 unseres Beitrages ging es um das Problem des Menschenhandels und der Prostitution von nigerianischen Flüchtlingsfrauen, in Teil 2 um die kulturelle und religiöse Einbettung, denen die nigerianischen Flüchtlingsfrauen ausgesetzt sind, heute geht es darum, wie frau als Freiwillige überhaupt helfen kann. Hier meine Gedanken zur Freiwilligenarbeit mit Frauen aus Nigeria.

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Während des Filmfestivals in Bozen in diesem Jahr fiel ein Film besonders auf: „Joy“ von Sudabeh Mortezai, ein österreichischer Spielfilm von 2018 mit nigerianischen Frauen im Mittelpunkt, die Opfer von Menschenhandel und Zwangsprostitution wurden. Eine Gelegenheit, die Renate Mumelter, Marina Bruccoleri und Fernando Biague nutzten, um ähnliche Geschichten aus Südtirol zu erzählen, wie auch heute für unseren Beitrag in ichfrau.

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Der heutige 17. Mai ist der Internationale Tag gegen Homophobie, Biphobie und Transphobie. Seit 2004 wird dieser Tag begangen, um auf Diskriminierung und Gewalt aufmerksam zu machen, die von lesbischen, schwulen, bisexuellen und transgender Personen, ebenso wie von der gesamten LGBTQIA+ Gemeinschaft erfahren wird.

Zu den bereits letzte Woche vorgestellten Internationalen Tagen im Mai, kommt damit heute ein weiterer, allerdings mit einem etwas anderen Schwerpunkt, dazu. Ursprünglich wurde der 17. Mai als Internationaler Tag gegen Homophobie (International Day Against Homophobia – kurz: IDAHO) ins Leben gerufen. Diese anfängliche Prägung spiegelt sich auch in der Wahl des symbolträchtigen Datums für den Internationalen Tag wider. Mit dem 17. Mai wird nämlich auf den 17. Mai 1990 Bezug genommen – auf den Tag, an dem die Weltgesundheitsorganisation (WHO) Homosexualität aus der Internationalen Klassifizierung der (psychischen) Krankheiten gestrichen hat. Eine Entscheidung, die einen wichtigen Meilenstein im Kampf gegen die Diskriminierung von schwulen und lesbischen Personen darstellt.

Eine Variante des Logos des Internationalen Tages
Foto: Wikimedia Commons

Im Laufe der letzten 15 Jahre seines Bestehens wurde der Internationale Tag gegen Homophobie zu einem Gedenk- und Aktionstag auch für andere von Diskriminierung betroffene Personen erweitert. Daher kommen auch die verschiedenen heute verwendeten Varianten und Bezeichnungen des Internationalen Tages: