Browsing: Gender & diversity

Aller (Wochen-)Anfang ist schwer ;). Mit einem guten Spruch oder Zitat wollen wir euch das erleichtern. Ichfrau wünscht einen guten Start in die Woche!

Joanne K. Rowling ist eine britische Schriftstellerin, die durch die Romanreihe Harry Potter bekannt wurde. Daneben ist sie als Drehbuchautorin und Filmproduzentin aktiv. Sie ist auch unter dem Pseudonym Robert Galbraith bekannt. Joanne K. Rowling bezeichnet sich als Feministin. Doch wie bereits viele Frauen vor mir gesagt haben, ist „Frau“ kein Kostüm. „Frau“ ist keine Idee im Kopf eines Mannes. „Frau“ ist kein rosa Hirn, keine Vorliebe für sexistische Vorstellungen. Frau sein ist eine Realität. Die Theorie, das eigene Geschlecht sei ein Konstrukt und damit frei wählbar, behagt ihr nicht.

 

 

#Kulturlust 0

Eccoci giunt* alle ultime due puntate del podcast di Sandra Passarello a cura di Alessandra Tortosa che ci ha accompagnat* durante questi mesi. Con l’augurio dell’autrice: “Spero che questi podcast vi abbiano nutrite e allietate e che possano essere occasione per tenere vivi dialogo e confronto su quelle che chiamiamo tematiche femminili. A risentirci presto, speriamo, chissà….”

PUNTATA 12

Stereotipi di genere

Donna al volante pericolo costante” si diceva quando ero bambina e quando ho capito cosa si intendeva mi infuriavo dentro di me, perché trovavo che la mia mamma sapesse guidare benissimo e perché anche a me sarebbe piaciuto guidare (e infatti ho preso la patente a 18 anni e ho amato guidare per tanto tempo).

Un classico stereotipo di genere.

Lo stereotipo in generale e quello di genere in particolare ci parla per lo più per pregiudizi o visioni superficiali, a volte fa sorridere, a volte dice una parte di verità, ma altre è una vera aberrazione.

Il tema della penultima puntata di “Una breve storia delle donne” parla proprio di stereotipi di genere e lo fa partendo da alcune canzoni, come quella del “Quartetto Radar”, predecessore dei “Cetra”, che cantava “Le donne del Far West. O ancora “La ragazza di famiglia” cantata da Wilma de Angelis, a ricordare quanto le ragazze in società non potessero comportarsi se non secondo i canoni socialmente accettati.

Gender & diversity 0

Intersektionalität – ein Wort, das momentan in aller Munde zu sein scheint. Doch was bedeutet das Konzept eigentlich genau? Woher kommt es und wie kann es uns im Kampf gegen Ungerechtigkeit helfen? Audre Lorde, eine amerikanische Schriftstellerin und Aktivistin, sagte dazu: „There is no such thing as a single-issue struggle because we do not live single-issue lives.“ (übersetzt: „Es gibt keine eindimensionalen Kämpfe, weil wir keine eindimensionalen Leben führen.“) Diese Worte fassen Intersektionalität punktgenau zusammen. Doch lasst uns am Ursprung beginnen…

Ursprünge und Bedeutung

Kurzgesagt ist Intersektionalität ein Konzept, das uns hilft, Unterdrückung besser zu verstehen und weniger werden zu lassen. Geprägt von der amerikanischen Rechtsprofessorin Kimberlé Crenshaw im Jahr 1989, hat es seine Wurzeln im Aktivismus des Combahee River Collective, ein Schwarzes lesbisches Kollektiv aus Boston, das sich für soziale Gerechtigkeit einsetzte und Teil dessen auch Audre Lorde war.

Audre Lorde, Bildquelle: K. Kendall, CC BY 2.0, via Wikimedia Commons

Crenshaw selbst erklärte Intersektionalität kürzlich in einem Time-Interview als „ein Prisma, um die Art und Weise zu verstehen, wie verschiedene Formen der Ungleichheit zusammenwirken und sich gegenseitig verschärfen“. Sie erklärt, dass die amerikanischen Anti-Diskriminierungsgesetze der 80er- und 90er Jahre Geschlecht und Ethnizität nur getrennt umfassten, was in ihren Augen die spezifische Diskriminierung Schwarzer Frauen nicht ausreichend adressierte und vermehrt Schwarze Feministinnen dazu trieb, nach Erklärungen und Lösungen für dieses Problem zu suchen. Bei dieser Suche erarbeiteten sie das Konzept der Interdisziplinarität.

Kürzlich zeigte der FilmClub Bozen ein einzigartiges Werk, die Dokumentation ‚FEMINISM WTF‘ von Katharina Mückstein. Unser Team vom Frauenmuseum hat ihn am Montag als interne Weiterbildung gesehen. Für uns war es wie das Hinzufügen wichtiger Puzzleteile zu den Inhalten, die wir im Laufe der Jahre in unserer Arbeit über die Geschichte von Frauen, Feminismus und Genderfragen gesammelt haben. Der Film gibt keine Antworten… er stellt Fragen. Er eröffnet Szenarien, die scheinbar unverbunden erscheinen, wie zum Beispiel Feminismus, Intersektionalität, Klassismus, Rassismus, Umweltschutz, Care-Arbeit und Kapitalismus, und er verknüpft sie, indem er die unsichtbaren Verbindungen erklärt, die das Gewebe unserer Gesellschaft durchziehen.

„FEMINISM WTF“ ist ein lauter und kompromissloser Dokumentarfilm, der eine klare Botschaft gegen das Patriarchat und den Kapitalismus sendet. Der Dokumentarfilm ist provokant und stellt wichtige Fragen zur aktuellen feministischen Debatte. Der Film zeigt, dass Feminismus viel mehr ist als nur Frauenrechte und dass es um die Aufhebung von Macht- und Abhängigkeitsverhältnissen geht.

Die Expert:innen aus verschiedenen Fachbereichen bringen ihre Perspektiven und Erfahrungen in den Film ein. Dabei werden wichtige Fragen gestellt, wie zum Beispiel die Gründe für die Dominanz des binären Geschlechtersystems oder warum Frauen immer noch den Großteil der unbezahlten Haus- und Kindererziehungsarbeit machen müssen. Der Film zeigt auch auf, wie der Kapitalismus und der Feminismus miteinander im Widerspruch stehen und wie koloniale Strukturen die heutigen Ideen von sexueller Freiheit und rassistischen Stereotypen prägen.

Gender & diversity 0

L´appassionata di musica Dj Trippy fa parte della ormai famigerata Collettiva Elettronika, un progetto di djing trans femminista. Come dj donna lesbica ci racconta delle difficoltà di farsi strada in un ambito prettamente maschile, ma soprattutto di come la musica sia un veicolo politico che permette di dare visibilità alle lotte di persone sottorappresentate.

Come hai scoperto questa passione e da quanto fai la dj?

La musica è sempre stata una grande passione, fin da molto giovane ho sempre suonato in band, suonavo chitarra e batteria. Poi, c’era questa amica che metteva dischi, mi piacevano le sue serate, mi piaceva la forza che trasmetteva una donna dietro la consolle, e quando il locale (il Cassero) mi propose di suonare lì una sera presi la palla al balzo. Era il 2000 e dal Cassero iniziai a girarmi i localini e i club di Bologna. Poco dopo assieme ad altre amiche lanciammo un progetto per promuovere il djing al femminile. Nel 2002 organizzammo la prima convention di dj donne, Shevilization. Erano i tempi dei primi Ladyfest in Italia e questo voleva essere un´iniziativa per promuovere il genere, applicata al djing. Da lì non ho più smesso, e oltre a mettere musica in prima persona come Trippy, organizzavo o promuovevo spazi di visibilità e socialità per le donne, la comunità lesbica e queer cittadina, e attualmente faccio parte della Collettiva Elettronika, un progetto di djingtransfemminista.

Starke Frauen 0

Audrey vive in Alto Adige da più di trent ‚anni, ha cresciuto qui quattro figli/e, lavora come insegnante d’inglese presso diverse scuole e ha messo in piede il „Café interculturale“ assieme all’Urania di Merano. Oltre alla sua lingua madre, l’inglese, parla un poco d’italiano, un buon tedesco e il dialetto altoatesino. Nonostante ciò non si sente ancora del tutto parte della società locale, poiché il colore della sua pelle sembra renderla ‚diversa‘ agli occhi altrui.

Vedo come mi guarda certa gente , percepisco la loro diffidenza. A Londra non mi sono mai sentita tanto diversa, il colore della mia pelle non aveva lo stesso peso. Qui invece c’é stato persino chi mi ha insultata pubblicamente, accusandomi di essere pigra o di voler rubare lavoro, per il solo fatto che ho la pelle più scura della loro. La cosa che mi rattrista è che questa gente non si prende nemmeno la briga di conoscermi, ma si sofferma solo su pregiudizi e generalizzazioni. Meno male che non tutte le persone sono così. Poi bisogna dirlo, io sono fortunata, perché sono una straniera privilegiata: ho studiato, lavoro e non ho avuto viaggi traumatici. Inoltre parlo il dialetto sudtirolese e quindi le persone sono più accomodanti nei miei confronti.

Tutti gli inizi (di settimana) sono difficili ;-). Vogliamo renderveli un po’ più spensierati, con qualche buona citazione o battuta di spirito a volte profonde e a volte meno. Iodonna vi augura un buon inizio della settimana.

Carla Lonzi è una delle voci femministe italiane che hanno fatto la storia del nostro paese. Scrittrice e critica d’arte, scrisse assieme ad altre il Manifesto di Rivolta Femminile del 1970, autrice del libro “Sputiamo su Hegel”.

Ecco la nostra collezione di citazioni.

Roberta Ciola 

Foto: Gerald da Pixabay

 

 

Gender & diversity 0

Ti domandi cosa siano le teorie queer o quali sono gli obiettivi dei femminismi attuali? Vuoi capirci qualcosa in piú su genere, sesso e identitá di genere non sai bene dove iniziare?

Questo documento allora fa al verso giusto per te, all´interno trovi spiegazioni ed esempi pratici che ti potranno aiutare a navigare meglio nel complesso ma esaltante mondo delle identitá di genere. Vi trovi anche interssanti bibliografie che ti permetteranno di approfondire ancora meglio. Allora che aspetti?! Tuffati nel mare queer o dei  femminismi e fatti una tua opinione, una tua visione che ti permetterá di valutare anche te stessa/o sotto una nuova veste.

I contenuti sono stati raccolti durante l´incontro con la presidente di Centaurus Arianna Miriam Fiumefreddo il  14 luglio al Est Ovest Club di Merano: „Let´s Talk! Gender: Tra genere, identitá e amore“

 

Cosa si intende per femminismo?

Si tratta di movimenti di donne che si battono per un cambiamento fondamentale delle norme sociali (ad esempio, la tradizionale distribuzione dei ruoli tra i generi), per l’eliminazione della violenza e discriminazione di genere, e per un’effettività parità tra donne e uomini nella società.

Gender & diversity 0

Voglia di un´associazione femminista intersezionale, che va oltre ogni stereotipo e si occupa di diritti LGBTQ+ cercando di vedere il valore delle singole persone a prescindere dal loro genere, orientamento sessuale, etnia, credo o cultura di appartenenza?

Beh allora BOSSY fa al verso vostro. Nata nel 2014 come associazione no profit, il team propone incontri nelle scuole e nelle aziende, organizza campagne ed eventi e scrive articoli di sensibilizzazione e informazione. Per fortuna stanno crescendo anche in Italia organizzazioni come questa, che si battono contro ogni forma di discriminazione e a favore della disuguaglianza di genere. Speriamo che presto seguano sul territorio nazionale anche altri Musei delle Donne.

La proposta originale di BOSSY è di proporre riflessioni e critiche costruttive anche all´interno del mondo femminista attuale, per ragionare su cosa significa effettivamente discriminare e accorgersi che è fattibile discriminare anche senza rendersene conto. L´obiettivo dell´associazione è di fare un lavoro effettivo sul campo, spiegando come portare maggiore diversità e parità di genere, anche fra le fila femministe.

#Kulturlust 0

Am Donnerstag, 9. Juni um 21.00 startet unsere neue dreiteilige Programmreihe in Zusammenarbeit mit dem OST WEST country Club: Time to talk! 

Körper: Die Schönheit der Vielfalt | Corpi: la bellezza della varietà

Keine Lust mehr auf stereotype oder retuschierte Schönheitsbilder? Wir wollen Menschen jeden Alters, jeder Körperstatur, Herkunft oder Hautfarbe, mit Besonderheiten, Narben, Implantaten oder Behinderungen eine Bühne geben, in der Hoffnung dass alle lernen, sich in der eigenen Haut wohl zu fühlen. Wir wollen Mauern der Unsicherheit einreißen, die Wichtigkeit von Ästhetik herunter brechen und auf die Gefahr von Diskriminierungen aufgrund des Aussehens hinweisen. Das Publikum kann sich jederzeit direkt ins Gespräch einbauen, mitmachen und eigene Erfahrungen einbringen.

Feminismen aller Art, haben immer wieder unterstrichen, wie wichtig es für den Prozess der Selbstbestimmung und Freiheit ist, sich von vorgegeben Mustern und Schönheitsidealen zu lösen, um sich selbst schätzen und entfalten zu können. Wir werden im Laufe des Gesprächs verschiedene feministische Konzepte wie gender, Bodyshaming und Intersektionalität (vielfache Diskriminierungsformen) besprechen, auch um aufzuzeigen, welchen Beitrag Frauen für die Weiterentwicklung der Gesamtgesellschaft geleistet haben. Schönheitswahn, Diäten, Essstörungen und Frustrationen in Bezug auf den eigenen Körper, betreffen nämlich schon lange nicht mehr ausschließlich Frauen. Mittlerweile sind fast alle davon betroffen, die mal in einer Modezeitschrift geblättert haben, einen Film oder eine Werbung gesehen haben…es ist fast unmöglich der sogenannten Perfektion auszuweichen, ohne sich mit den Models zu messen, ohne sich über die eigenen Unvollkommenheiten Gedanken zu machen.

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Am 28. Juni war der Christopher Street Day. Ein internationaler Gedenk-, Aktions- und Demonstrationstag, an dem queere Menschen für ihre Rechte auf die Straße gehen. Im folgenden Video findet ihr eine kurze Erklärung, bevor wir auf die aktuelle Situation rund um das ZAN-Gesetz in Italien blicken.

In Italien wurde letztes Jahr ein Gesetz auf den Weg gebracht, das einige der Forderungen und Anliegen rechtlich absichern würde. Der Gesetzesentwurf – der auch ZAN-Gesetz genannt wird (nach dem Namen des Abgeordnete Alessandro Zan, dem ersten Unterzeichner) – und vom Parlament bereits beschlossen wurde sieht vor, dass auch Diskriminierung, Gewalt und Hassverbrechen aufgrund des Geschlechts, der Geschlechtsidentität, der sexuellen Orientierung oder aufgrund von Beeinträchtigungen zur Strafe gebracht werden. Der Gesetzesentwurf sieht außerdem vor, dass ein nationaler Tag gegen Homophobie eingeführt wird und Schutzhäuser für Opfer von Gewalt eingerichtet werden.

Ein ähnliches Gesetz gegen Hassverbrechen und Diskriminierungen in Form von Rassismus oder aufgrund der Ethnizität oder der Religion gibt es bereit – das „Reale-Mancino“-Gesetz.

Damit das ZAN-Gesetz in Kraft treten kann, muss es allerdings noch vom Senat bestätigt werden. Und genau an diesem Punkt gibt es momentan Schwierigkeiten. Ein Teil der Abgeordneten des Senats bedroht nämlich die Verabschiedung des Gesetzes. Die Gegenpositionen reichen von einer vollkommenen Stopp der Zulassung des Gesetzesentwurfes bis hin zu Änderungsvorschlägen hinsichtlich bestimmter Begriffe.

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Vielleicht sind sie jemandem von euch schon aufgefallen… Seit einigen Tagen hängen entlang des Straßenverlaufs von Lana bis zum Reschenpass eindrucksvolle großformatige Plakate. Während der erste Blick gefesselt bleibt von den Farben und Formen, dem Zusammenspiel von Licht und Schatten, von Strukturen und Körpern, gleitet der zweite Blick auf den eingängigen und gleichzeitig vielschichtigen Slogan: #vielfalt = #zukunft. Was hat es nun aber mit diesen Plakaten auf sich? Wir möchte euch heute das dahinterstehende Projekt genauer vorstellen.

Die Schüler*innen der Berufsfachschule für Steinbearbeitung in Laas machen zum heutigen Internationalen Tag der Menschenrechte mit einer Plakataktion auf die Achtung der #Menschenrechte aufmerksam. Während der Zeit des Fernunterrichts tauchten sie in ornamentale Sprachen verschiedener Kulturkreise ein. Im Fokus der Menschenrechte wurden bald neue Bedeutungsebenen alter Bilder sichtbar. Die Schüler*innen brachten ihre Erkenntnisse in Beziehung mit sich selbst – und legten die neu entstandenen Ornamente über ihr eigenes Portrait. In dieser komplexen Verbindung birgt jedes Plakat eine ganz besondere Botschaft. Allen sechs Plakaten gemeinsam ist jedoch die simple Botschaft: Vielfalt wird die Zukunft sein.

Bild: Landesberufsschule Schlanders, Berufsfachschule für Steinbearbeitung, Laas

MENSCHENRECHTE – viel zu oft im Leben vergessen und missachten wir Menschenrechte weltweit. Am meisten missachten wir sie in unserem Alltag, indem wir Menschen mit einem anderen Aussehen oder Verhalten verletzen und sie beschimpfen.

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Seit einigen wenigen Wochen gibt es in MeranSpIQ“ – einen LGBTQIA+ help point, einen Schalter, einen Ort, an den sich LGBTQIA+ Personen mit ihren Fragen, Anliegen oder bei Problemen wenden können, ebenso aber auch Personen, die durch ihr Umfeld mit diesen Themen konfrontiert sind/werden.

Wir freuen uns über die durch diese Initiative eröffneten Möglichkeiten und haben mit einer der beiden Ansprechspersonen des Schalters in Meran gesprochen, um die Initiative hier auf dem Blog genauer vorstellen zu können.

Sandra Scherz, würden Sie sich uns bitte kurz vorstellen?

Hallo, und vorweg ein herzliches Dankeschön an das Frauenmuseum Meran für diese Möglichkeit hier über die neue Beratungsstelle in Meran sprechen zu können. Ich bin seit März 2019 Teil des SpIQ-Teams. Über meine Ausbildung zum „Counsellor Professional – psychosoziale Lebensberaterin“ bin ich zu dieser tollen Initiative gekommen. Ich komme aus Wien und lebe seit fast neun Jahren in Meran. Mit der Übersiedelung ließ ich auch den Finanzdienstleistungssektor hinter mir und fasste Fuß in der Sozialen ArbeitSchwerpunkt Erziehung und Begleitung von Kindern und Jugendlichen, Eltern- und Netzwerkarbeit.

Seit wann gibt es den SpIQ Schalter in Meran?

Den Schalter gibt es seit 13. September 2019 in Meran.

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In Teil 1 unseres Beitrages ging es um das Problem des Menschenhandels und der Prostitution von nigerianischen Flüchtlingsfrauen, in Teil 2 um die kulturelle und religiöse Einbettung, denen die nigerianischen Flüchtlingsfrauen ausgesetzt sind, heute geht es darum, wie frau als Freiwillige überhaupt helfen kann. Hier meine Gedanken zur Freiwilligenarbeit mit Frauen aus Nigeria.

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Während des Filmfestivals in Bozen in diesem Jahr fiel ein Film besonders auf: „Joy“ von Sudabeh Mortezai, ein österreichischer Spielfilm von 2018 mit nigerianischen Frauen im Mittelpunkt, die Opfer von Menschenhandel und Zwangsprostitution wurden. Eine Gelegenheit, die Renate Mumelter, Marina Bruccoleri und Fernando Biague nutzten, um ähnliche Geschichten aus Südtirol zu erzählen, wie auch heute für unseren Beitrag in ichfrau.