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Una breve storia delle donne: : “Stereotipi di genere” e “Donne e spiritualità”

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Eccoci giunt* alle ultime due puntate del podcast di Sandra Passarello a cura di Alessandra Tortosa che ci ha accompagnat* durante questi mesi. Con l’augurio dell’autrice: “Spero che questi podcast vi abbiano nutrite e allietate e che possano essere occasione per tenere vivi dialogo e confronto su quelle che chiamiamo tematiche femminili. A risentirci presto, speriamo, chissà….”

PUNTATA 12

Stereotipi di genere

Donna al volante pericolo costante” si diceva quando ero bambina e quando ho capito cosa si intendeva mi infuriavo dentro di me, perché trovavo che la mia mamma sapesse guidare benissimo e perché anche a me sarebbe piaciuto guidare (e infatti ho preso la patente a 18 anni e ho amato guidare per tanto tempo).

Un classico stereotipo di genere.

Lo stereotipo in generale e quello di genere in particolare ci parla per lo più per pregiudizi o visioni superficiali, a volte fa sorridere, a volte dice una parte di verità, ma altre è una vera aberrazione.

Il tema della penultima puntata di “Una breve storia delle donne” parla proprio di stereotipi di genere e lo fa partendo da alcune canzoni, come quella del “Quartetto Radar”, predecessore dei “Cetra”, che cantava “Le donne del Far West. O ancora “La ragazza di famiglia” cantata da Wilma de Angelis, a ricordare quanto le ragazze in società non potessero comportarsi se non secondo i canoni socialmente accettati.

A far da contraltare, abbiamo però, dal punto di vista letterario, figure come Calamity Jane (con le sue lettere alla figlia) o come Dorothy Parker, giornalista e scrittrice considerata in un certo periodo come la donna più spiritosa d’America, con le sue battute irriverenti e il suo acume, qualità che non sempre le resero la vita facile e le procurarono anzi un licenziamento in tronco.

Gli stereotipi hanno contribuito, nella storia delle donne, a farle sentire sbagliate o inadeguate, come ci canta Gabriella Ferri in “Una donna sbagliata”.

Le bambine dovrebbero essere brave, così ci ricordano nelle fiabe, come in Cappuccetto Rosso, ma per fortuna la visione oggi è molto cambiata, grazie anche a qualche autore uomo. Nei “Versi perversi” di Roald Dahl, troviamo infatti una Cappuccetto tutt“altro che ingenua e mansueta; ascoltata dalla voce di Alessandra Limetti, possiamo davvero sorridere e rilassarci e far fare al maschio, la figura del BAMBA, come si dice a Milano per definire lo sciocco o lo sprovveduto e tutto questo ce lo canta molto bene anche Bruno Lauzi nel suo “Samba dell’uomo Bamba”.

Ma scherzare sugli stereotipi, pur essendo sensato, non è sufficiente per sradicarli dal nostro quotidiano, per questo l’intervista a Roberta Medda-Windischer serve a confermare che ancora molto possiamo fare in questo ambito.

Roberta, senior Researcher e Group Leader all’Eurac Research, ci parla in un’intervista di temi importanti, come l’uguaglianza e l’integrazione delle minoranze e ci racconta di come siano stati sviluppati dal suo gruppo, giochi per bambini e adulti, proprio per superare gli stereotipi, legati non solo a quelli di genere, ma più in generale alle minoranze di vario tipo.

Quindi cominciamo presto, fin da bambini, a smontare questa visione stereotipata del mondo e delle donne, ricreandone uno nuovo. Buon ascolto!

In streaming su Rai Alto Adige:

Una breve storia delle donne – puntata 12: Stereotipi di genere

 

PUNTATA 13

Donne e spiritualità

Questa, dedicata alla spiritualità, è l’ultima puntata (almeno per ora) di “Una breve storia delle donne”.

Si chiude con una tematica molto importante per il mondo femminile.

Alcune di noi sono forse abituate a vedere questo tema come appannaggio esclusivo del mondo ecclesiastico, ma sono in realtà moltissime le strade e le occasioni per esprimere la propria dimensione spirituale nella vita.

La puntata si apre con una citazione di Simone Weil che rappresenta appunto un esempio straordinario di profondità non solo di pensiero, ma anche di elevata sensibilità religiosa.

Fa seguito la famosa Ave Maria di Gounod nella versione inglese riscritta dalla cantante israeliana Noa. E di Maria non si può non parlare, emblema femminile di tutta la cristianità, da duemila anni a questa parte. Lo facciamo citando il Magnificat di Alda Merini, a lei dedicato.

A chi stesse pensando che la tematica sia troppo rigorosa, dedichiamo la musica di Sister Act, ma soprattutto gli scritti di Teresa Forcades y Vila, suora benedettina, medico e soprattutto femminista. Probabilmente la prima suora femminista dichiarata della storia (altre lo sono state in modo più invisibile), portatrice di un pensiero teologico queer.

E su questa tematica non poteva certo mancare una citazione di Michela Murgia e del suo “Ave Mary”, proposto dalla voce di Maria Pia Zanetti, con un brano estratto dal saggio dell’autrice.

“God is a Women”, cantava Ariana Grande, ripresa in cover da molte altre cantanti, come Emma Heesters.

Non sembrava corretto però parlare di tutto questo senza intervistare una donna, che ha fatto della spiritualità la sua vita.

Abbiamo avuto con noi infatti Suor Maria Monica Molin, che ci racconta della sua esperienza quotidiana e di quella fatta in Africa come missionaria, ricordandoci che la speranza e l’apertura all’altro sono vie imperscrutabilmente grandi per incontrare la propria fede.

In chiusura una grandissima di sempre, Mercedes Sosa con “Solo le pido a Dios”.

In streaming su Rai Alto Adige:

Una breve storia delle donne – Puntata 13: Donne e spiritualitàfra donne e sorellanza

 

Sandra Passarello e Roberta Ciola

 

 

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