Performance/reading #aNoiNo!NICHTmitUns!
16 marzo alle ore 18.00 presso il Museo delle Donne
La violenza di genere è un problema diffuso in tutto il mondo e purtroppo l’Italia non fa eccezione. È importante che le persone di tutte le età, soprattutto, le nuove generazioni, trattino e approfondiscano questa questione, imparino con quali subdole forme essa si può manifestare, sappiano quali risorse la società civile mette in atto per prevenirla, e come loro stesse possano contribuire affinché esca dal sommerso.
Il convitto della Scuola Alberghiera di Lingua Italiana “Cesare Ritz” di Merano ha affrontato la tematica della violenza di genere con diversi gruppi nel corso degli ultimi anni. Attraverso laboratori e diversi incontri, le studentesse e gli studenti hanno avuto l’opportunità di discutere e approfondire questo tema molto delicato, accompagnati dalle loro educatrici ed educatori.
Il reading del 16 marzo è il risultato di un lavoro di diversi mesi durante i quali si sono messi in gioco, facendo anche un percorso di formazione personale e di consapevolizzazione, per poi salire palco e condividere con il pubblico esterno emozioni e riflessioni di grande impatto.
Il pezzo tratto dal libro di Serena Dandini “Ferite a morte”, è stato preparato sotto la guida di Cristina Cau e Pierluigi Rizzato, ed è accompagnato da filmati e musiche a tema.
Per il nostro Blog Cristina Cau ha chiesto ad alcune delle ragazze e dei ragazzi protagonisti le loro impressioni e il loro vissuto emerso durante il laboratorio teatrale.
É la prima volta che partecipi al laboratorio teatrale sulla violenza contro le donne?
Ho già partecipato l’anno scorso ed è stata un’esperienza molto intensa.
Cosa ti ha spinto a partecipare o a partecipare nuovamente?
Già dall’anno scorso sapevo che lo spettacolo sarebbe stato riproposto ed ero sicura che avrei continuato a partecipare; questo spettacolo è una tradizione nella nostra scuola, ci sono state diverse edizioni e quindi il coinvolgimento è collettivo.
La mia personale esperienza è stata emozionante, era la prima volta che affrontavo una tematica del genere, per di più in uno spettacolo. Inizialmente non ero sicura di riuscire a leggere in pubblico, avevo paura di agitarmi e bloccarmi, però mi ha aiutato fare tante prove, leggere e rileggere il testo; ho avuto modo di interiorizzarlo e assorbirlo. Certo a noi ragazzi sembra una realtà lontana e non è scontata l’immedesimazione, è stato complicato inizialmente. I racconti di questo testo sono forti e scioccanti, ne ho sentiti parecchi ed è stato utile confrontarsi con gli educatori che ci hanno spiegato e raccontato tanti eventi simili, alcuni legati al nostro territorio. Ho compreso che la violenza contro le donne non è poi così lontana dalle nostre vite, e ognuno di noi può farsi portatore di questi messaggi.
Come hai scelto il racconto che metti in scena?
Mi sono fatta ispirare leggendo vari testi, ho scelto quello che sentivo più mio. Ho cercato qualche elemento familiare, ho seguito l’istinto.
Cosa hai sentito la prima volta che lo hai letto?
Tristezza, dolore, rabbia, disgusto. All’inizio mi sono sentita impotente, ma nel tempo ho pensato che il fatto stesso di raccontare ad un pubblico queste realtà atroci, ci rende utili, ognuno nel suo piccolo può fare qualcosa; penso sia importante coinvolgere i ragazzi e le ragazze giovani, siamo il futuro e possiamo determinare un miglioramento in questo senso.
Come è stato immedesimarsi nella persona del racconto scelto?
É stato difficile, mi sembrava strano immedesimarmi in una donna morta, anzi uccisa.
Non è stato il mio primo approccio con il teatro, perché in altre occasioni ho partecipato a spettacoli, ma questa volta era diverso, a causa delle emozioni che mi suscitava e per la paura di non riuscire a trasmetterle.
Quali sono state le difficoltà nel prepararsi?
É stato impegnativo conciliare gli impegni scolastici con la preparazione dello spettacolo, abbiamo ritmi serrati, laboratori pomeridiani e numerose attività ed eventi inerenti alla scuola. Questo ha comportato la necessità di provare talvolta la notte in piccoli gruppi o da soli con un educatore o un’educatrice, nonostante la stanchezza e la voglia di spegnere il cervello.
Non ho esitato neanche a leggerlo in famiglia, alle amiche… per sentire pareri e consigli.
Una frase che ti ha colpito particolarmente?
Ci siamo innamorate dell’amore. Tutte mi chiedono come sia morire sotto una pioggia di pietre. Il contrario esatto dell’amore.
Lo spettacolo é gratuito ed é aperto a tutti
Data: 16 marzo alle ore 18.00
Sede: Museo delle Donne
Cristina Cau e la redazione di IchFrauIoDonna