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L’abuso di Photoshop: il killer dell’autenticità!

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Nell’ epoca dei selfie e di Photoshop la manipolazione digitale e le false rappresentazioni sono oggi divenute la norma.

La frustrazione dei falsi miti della perfezione

Gran parte delle campagne pubblicitarie attraverso un utilizzo sfrenato di software come Photoshop adeguano la donna a canoni di bellezza statici, irraggiungibili, irreali. Una sofisticata forma di manipolazione di massa che continua a portare nel pubblico femminile e in grande aumento anche in quello maschile, un disagio del proprio essere “reale”, del proprio successo posta in stretta correlazione alla propria immagine.  

Mediante l’importanza del Marketing sui social media (canale privilegiato per la comunicazione) veniamo „bombardatidi continuo tutto il giorno, da immagini, le quali, senza neanche farcene accorgere, condizionano il nostro modo di essere e comportarci. Alimentando in questo modo il riproporsi di modelli idealizzati dove non traspare nulla di personale. Evocando concetti di “bellezza”omologata, frequenti nell’ immaginario comune di una società globalizzata come la nostra, dove spesso e volentieri, tutto si riduce a curare solo ciò che appare agli altri, dimenticandosi della propria individualità.

Sie nannte sich eine „one woman army“

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Der Pakistanische Social Media Star Fauzia Azeem, besser bekannt unter dem Namen Qandeel Baloch, wurde von ihrem Bruder umgebracht – ein so genannter „Ehrenmord“.

Qandeel Baloch war 26. Sie nannte sich eine „one woman army“ – „ein Frau Armee“ in dem Kampf gegen die Unterdrückung von Frauen in Pakistan. Ihre Waffen waren Bilder und Videos von ihr selbst, die sie in social media Kanälen veröffentlichte. In der religiös und sozial sehr konservativen Nation wurde sie als höchst provokativ eingetsuft. Sie wurde einerseits heftig kritisiert und hatte andererseits große Berühmtheit und Fans, die ihren virtuellen Widerstand unterstützten.

Jedes Jahr sterben mehr als 500 Menschen in „Ehrenmorden“ in Pakistan, so Reuters. Fast alle davon sind Frauen.

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