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Speranza al quadrato

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Olle è una frazione di circa 700 abitanti del Comune di Borgo Valsugana, in provincia di Trento.
Quest’anno, alcune donne di Olle hanno deciso di utilizzare il tempo della quarantena in attività che le tenessero unite in una comune logica di resilienza, attività e speranza.

Durante il primo lockdown si sono riunite in un progetto „Creative in quarantena“ e i risultati del progetto sono stati fotografati e sono diventati una mostra fotografica, curata da Rosanna all’interno degli spazi del Museo Montagna Donna.

Sempre a Olle (ripeto: 700 abitanti!) un altro gruppo di donne ha deciso, quest’estate, di attivarsi per decorare il paese in occasione delle festività natalizie.
Il nome che si sono date è bello e significativo: „Speranza al quadrato“ e trae origine dai „quadratini“ con cui il gruppo ha deciso di realizzare il suo albero di Natale.

Sono „quadrati“ di lana multicolore di riciclo, di circa venti cm di lato, lavorati a maglia o all’uncinetto che, uniti insieme con una cucitura verde bandiera, compongono un abete di notevoli dimensioni colorato e bellissimo.

Non è la prima volta che un oggetto di grandi dimensioni viene creato e composto attraverso la tecnica del patchwork: penso all’enorme coperta di oltre 1000 mq, realizzata dalle donne di tutta Italia e montata nella piazza di Trieste nel 2015 per battere un record mondiale.

La cosa che ogni volta, e in questo caso ancora di più, mi sorprende e, come direbbe Philippe Daverio, „mi commuove“ è „la visione“ che sta dietro a questi progetti: la volontà di gettarsi a capofitto in un’idea che sembrerebbe assolutamente sproporzionata e irrealizzabile, rispetto alle poche forze in campo (le signore di Olle sono riuscite a mettere insieme per il loro albero, anche grazie alla collaborazione delle abitanti di paesi vicini -altra cosa notevole- ben 2500 quadratini).

Un altro aspetto che non posso fare a meno di notare è come 2500 quadratini fatti di avanzi di lana diversa e variopinta, lavorati in modo eterogeneo e separatamente da tante mani differenti, possano dare un risultato di assoluta omogeneità e coerenza, in cui ogni singolo pezzo sembra disposto secondo un progetto attento e preciso e pare si collochi indiscutibilmente „al suo posto“.
Non solo (e questo concetto che vado a esprimere dovrebbe essere allargato ad altre situazioni più ampie): dall’accostamento, dalla compresenza e „convivenza“ con gli altri, ogni singolo elemento viene esaltato e moltiplica, o forse semplicemente esprime e trae la propria bellezza!

 

Quest’albero costituisce, senz’altro, un „laboratorio di alto artigianato“, ma forse c’è di più.
Se (anche con un metro di giudizio diciamo così „tradizionale“) siamo portati a chiamare ‚Arte‘ quelle produzioni che in sé racchiudono, assieme all’abilità tecnica nel realizzarle, dei valori estetici forti e inequivocabili, un’idea innovativa e, soprattutto, un messaggio, un contenuto e la capacità di trasferire dei valori; allora di fronte all’opera di „Speranza al quadrato“, voluta, perseguita realizzata e presentata dalle signore di Olle, e al suo significato, forse, dovremmo farci delle domande.

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