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„Conquistare le madri“ di Alessandra Spada

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Il 28 febbario alle ore 18.00 al Museo delle Donne Alessandra Spada, la nostra donne del mese di febbraio, presenterà il suo ultimo libro nato da una attenza ricerca sulla stosia locale, intitolato „Conquistare le madri – Il ruolo delle donne nella politica educativa e assistenziale in Alto Adige durante il fascismo“ (2019), edito da Editioni Raetia.

Il libro offre uno sguardo approfondito sulle dinamiche socio-politiche che caratterizzarono il periodo fascista in Alto Adige, concentrandosi sul ruolo chiave delle donne italiane nelle sfere educative e assistenziali, nonché nel drammatico processo di italianizzazione della dittatura fascista.

Il titolo stesso, „Conquistare le madri“, richiama una citazione significativa di un medico del tempo, impiegato nel dispensario lattanti tedesco che, durante il periodo di italianizzazione tra il 1925 e il 1926, fu trasferito dalla gestione di donne tedesche borghesi al controllo dell’Onair, Opera nazionale assistenza all’Italia redenta. Questo trasferimento simboleggiò il tentativo del regime fascista di imporre la sua influenza anche attraverso le istituzioni a sostegno delle madri e dei bambini: conquistare le madri significava infatti conquistare le famiglie.

Attraverso una dettagliata analisi delle attività dell’Onair, dell’Opera nazionale maternità e infanzia (Onmi) e dei Fasci femminili, Spada delinea il ruolo determinante svolto dalle donne italiane nel contesto fascista. L’Onair, fondato nel 1919 dalla duchessa Elena d’Aosta, si concentrava sull’assistenza educativa e sanitaria nelle terre redente, tra cui l’Alto Adige, mirando a favorire il recupero delle comunità colpite dalla guerra. A partire dal 1921 divenne un presidio del progetto di italianizzazione del territorio, che doveva partire fin dagli asili.

Nel contesto altoatesino, l’Onair assunse un ruolo di primaria importanza. Era guidato principalmente da figure femminili italiane, con donne alla guida degli uffici organizzativi e nei ruoli di maestre che erano delle suore. Queste donne, per lo più giunte sul territorio altoatesino dopo la sua annessione all’Italia, furono chiamate a partecipare al progetto di italianizzazione della popolazione locale di lingua tedesca, coinvolgendosi professionalmente o a titolo volontario nelle attività assistenziali del regime.

Dai risultati dello studio emerge che, accanto alle donne che reagirono contro le attività volute dal governo fascista e totalitario, altre ebbero l’opportunità di formarsi e svolgere un’attività lavorativa, seppure in un quadro che ne definiva e limitava strettamente ruoli e ambiti professionali.

Al contempo ebbero un ruolo fondamentale anche le donne tedesche. Nell’ottobre del 1923, esse presero una posizione decisa: scesero in piazza e manifestarono di fronte alla prefettura a Bolzano. Determinate a far sentire la propria voce, si recarono persino a Roma, inviando lettere al presidente del consiglio Benito Mussolini per richiedere un’udienza. Parallelamente, promossero una massiccia raccolta di firme in tutta la provincia, mirando a scongiurare la chiusura delle scuole tedesche.

Il lavoro di Alessandra Spada offre una prospettiva dettagliata e approfondita sul ruolo delle donne nelle politiche assistenziali e nel progetto di italianizzazione durante il periodo fascista in Alto Adige, evidenziando come il controllo anche sulle madri e sulle famiglie fosse parte integrante della strategia di dominio del regime.

 

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