Blog vom Frauenmuseum Il Blog del Museo delle Donne
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Tagged: sessismo

“Subway T-shirts” per coprire il proprio outfit in luoghi non sicuri

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Un curioso trend, il „Subway T-shirts“ sta attirando l’attenzione su una questione ancora presente nella società: la paura di aggressioni sessiste che molte donne affrontano quando si spostano in determinati contesti pubblici, in luoghi considerati non sicuri e in particolare, li dove è nato nella metropolitana di New York. Nonostante sia indiscutibile il diritto di ciascuno di vestirsi come desidera e di vedere rispettata la propria persona e il proprio corpo, le donne continuano a sentirsi bersaglio di atti sessisti, come fischi, sguardi imbarazzanti, commenti sul corpo e contatti indesiderati.

La campagna „Subway T-shirts“ che da New York sta passando anche in altri paesi, è stata ideata e lanciata su Tik Tok da alcune giovani donne, e sta girando in altri paesi, che desiderano rendere visibile questo grande disagio del non potersi muovere liberamente in tutti i luoghi pubblici, senza temere aggressioni o molestie, specialmente nelle ore serali e sui mezzi pubblici. L’idea è quella di nascondere e coprire il proprio outfit con magliette oversize XXL durante il tragitto, per poi toglierle e godere della propria libertà una volta raggiunta la destinazione.

Anita Rossi: Esistono modi per combattere il sessismo nei media

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Dopo l’incontro con la giornalista Anita Rossi il 14 agosto sul sessismo nei media, vogliamo pubblicare qui alcuni spunti e link suggeriti durante il dialogo, affinché sempre più persone inizino a denunciare pubblicità o contenuti redazionali sessisti, ad avere uno sguardo critico e seguire media che propongono linguaggi alternativi.

Che cos’è il sessismo?

Il sessismo si riferisce a qualsiasi espressione (azione, parola, immagine, gesto) basata sull’idea che alcune persone, per lo più donne, siano inferiori a causa del loro genere. Per sessismo si intende lo svantaggio, la svalutazione, la violazione e l’oppressione di una persona o di un gruppo a causa del genere. Il sessismo è anche l’idea che i generi abbiano un ordine o una sequenza. Per esempio, l’idea che gli uomini valgano più delle donne.

Il sessismo è dannoso.

Produce sentimenti di inutilità, autocensura, cambiamenti di comportamento e deterioramento della salute. Il sessismo deriva dalla disuguaglianza di genere. Colpisce in modo sproporzionato donne e ragazze. Può colpire anche uomini e ragazzi se non si conformano ai ruoli di genere stereotipati della loro società. Gli effetti dannosi del sessismo possono essere esacerbati per alcune donne e uomini anche in aggiunta a discriminazioni a causa della loro etnia, età, disabilità, estrazione sociale, religione o altri fattori.

Time to talk! Sexismus in den Medien | Sessismo nei media

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Fernsehsendungen und Zeitschriften, die Frauen ausschließlich auf ihren Körper reduzieren. Werbung für Kinderspielzeug, in der stereotype Geschlechterrollen dargestellt werden. Veranstaltungen und Veröffentlichungen, in denen nur Männer erscheinen. Die spärliche Präsenz von Frauen als Expertinnen oder Moderatorinnen in der Medienlandschaft. Der Fokus auf weibliche Kleidung und Figur, vielmehr als auf ihre Karriere, Fähigkeiten oder Meinung.

Wir wollen der Sache auf den Grund gehen und gemeinsam mit Anita Rossi verstehen, was Sexismus in der Werbung ist, warum Medien krampfhaft an Stereotypen festhalten, wie diese zu Gewaltakten im realen Leben führen können und wie es hingegen anders rum geht.

Programmi televisivi e riviste che riducono le donne esclusivamente al loro corpo. Pubblicità di giocattoli per bambine/i che riportano ruoli di genere stereotipati. Eventi e pubblicazioni in cui compaiono solo uomini. La scarsa presenza di donne come esperte o presentatrici nel panorama mediatico.

11.08.22 – 19:30 h

Gast | Ospite : Anita Rossi, freiberuflicher Journalistin

Moderation | Moderazione : Sarah Trevisiol, Frauenmuseum

Ort | Sede : Ost West country Club, Parco Marconi Park, Meran_o. Bei Regenwetter im Frauenmuseum Meran | In caso di pioggo Museo delle Donne

Eine Zusammenarbeit des Frauenmuseums Meran und des Ost West Clubs

Voci contro il razzismo – parte 2

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Quest’anno l‘8 marzo, giornata internazionale dei diritti delle donne, è coincisa con l’apertura delle settimane contro il razzismo promosse ogni anno dall’Associazione OEW di Bressanone.

Come spiegato nella prima parte del post, per questa occasione abbiamo organizzato la mostra „Immigrant Sisterhood“ con Caritas Moca al Museo delle Donne.

Ci interessava però anche die sentire le voci di donne meranesi. Oggi altre due donne ci raccontano delle loro esperienze e le loro opinioni.

Cecilia Muñoz

IL PARTO

Alle 18.30 di quella domenica, entrai nell’ospedale per partorire. La persona che mi accolse mi salutò, mi domandò sulla regolarità delle contrazioni e poi mi chiese: “Lei è marocchina?”, sollevando il labbro superiore, arricciando il naso e abbassando le sopracciglia, il tutto condito di un tono secco. Il suo corpo mi aveva parlato privo di cortesia. Con un filo di voce in mezzo a una contrazione dolorosissima, rispose: “No, sono argentina.” “Argentina?” mi chiese con la faccia illuminata, “Ahhh io ho parenti in Argentina, a Buenos Aires, un fratello di mio padre. Lei è di Buenos Aires?” “No, di Patagonia.” “Patagoniaaaaa. Proprio ieri ho visto un documentario sulla Patagonia. È il mio sogno andare in Patagonia con mio marito. Com’è la Patagonia? Tanto vento, vero…“

Voci contro il razzismo – parte 1

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Quest’anno l‘8 marzo, giornata internazionale dei diritti delle donne, è coincisa con l’apertura delle settimane contro il razzismo promosse ogni anno dall’Associazione OEW di Bressanone.

Il Museo delle Donne di Merano e Caritas Moca per l’occasione hanno organizzato l’esposizione della mostra “Immigrant Sisterhood”, nata da un progetto della ricercatrice Sabine Tiefenthaler, dove tramite le opere fotografiche di donne immigrate accolte in Sardegna viene tematizzata proprio questa intersezionalità tra razzismo e sessismo, e che è ora esposta al museo.

Ci interessava allora sentire anche le voci di donne meranesi, e abbiamo chiesto ad alcune di loro di raccontarci le loro esperienze e le loro opinioni.

Street Art in Teheran, Iran. Photocredits Irene Sanmartino

Ogni persona straniera che vive in Italia ha una storia, ma io ne ho tante, potrei scrivere un libro. Racconto l’ultima. Visto che mi sono trasferita da poco in Alto Adige naturalmente dovevo cercare casa. Ho chiamato una signora, ho parlato a lungo con lei e le ho detto che sono interessata ad affittare la sua casa. Era totalmente disponibile e gentile. Alla fine della chiamata mi ha chiesto da che regione dell’Italia vengo. Io ho risposto che vengo dall’estero, lei mi ha risposto: “non affitto la mia casa a una donna straniera.”