L’Equal Pay Day è una iniziativa di sensibilizzazione che ricorda la disparità salariale tra uomini e donne in Europa e nel mondo.
Scopriamolo insieme, alla ricerca di notizie, curiosità ed esempi positivi.
La disparità di stipendio tra uomini e donne è stata indicata dall’Onu come il più grande furto della storia…
Quest’anno l’Equal Pay Day, in italiano giornata per la parità retributiva e di genere, si celebra il 3 maggio e ricorda il giorno a partire dal quale le donne cominciano a lavorare gratis per proseguire fino alla fine dell’anno. Secondo alcuni calcoli della Commissione Europea una donna lavora quasi due mesi gratis, quindi come se venissero pagate solo per dieci mesi l’anno rispetto ai loro colleghi uomini.
La disparità di stipendio tra uomini e donne è stata indicata dall’Onu come il più grande furto della storia, sì perché non solo culturalmente inaccettabile, ma insostenibile economicamente.
L’Italia è il paese con l’indicatore peggiore tra i paesi europei: 1 donna su 4 è sottoccupata, 1 su 10 a rischio povertà
Secondo il rapporto Oxam, onlus che si impegna a ridurre le povertà nel mondo, le donne nei 28 paesi europei sono pagate meno degli uomini e sono più esposte a lavori precari che molto spesso non tengono conto delle capacità reali o non corrispondono alle reali qualifiche di studio. L’Italia è il paese con l’indicatore peggiore tra i paesi europei: 1 donna su 4 è sottoccupata, 1 su 10 a rischio povertà.
Elisa Bacciotti, direttrice delle campagne Oxam Italia, dichiara che la disparità di genere e retributiva dipende da molti fattori come la precarietà del lavoro ed alcune difficoltà anche di tipo culturale di gestire parallelamente famiglia e lavoro. Su 112 paesi analizzati dal Forum Mondiale dell’Economia l’Italia occupa il 118° posto nel gender gap/disparità di genere. In Italia 3 donne su 4 è obbligata a scegliere una occupazione a tempo parziale per motivi legati alla famiglie e all’educazione dei figli, mentre 4 lavoratori su 5 impiegati part time sono donne. Le famiglie monoparentali, le donne migranti sono a forte rischio di precarietà lavorativa.

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