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Tagged: intersezionalità

BOSSY

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Voglia di un´associazione femminista intersezionale, che va oltre ogni stereotipo e si occupa di diritti LGBTQ+ cercando di vedere il valore delle singole persone a prescindere dal loro genere, orientamento sessuale, etnia, credo o cultura di appartenenza?

Beh allora BOSSY fa al verso vostro. Nata nel 2014 come associazione no profit, il team propone incontri nelle scuole e nelle aziende, organizza campagne ed eventi e scrive articoli di sensibilizzazione e informazione. Per fortuna stanno crescendo anche in Italia organizzazioni come questa, che si battono contro ogni forma di discriminazione e a favore della disuguaglianza di genere. Speriamo che presto seguano sul territorio nazionale anche altri Musei delle Donne.

La proposta originale di BOSSY è di proporre riflessioni e critiche costruttive anche all´interno del mondo femminista attuale, per ragionare su cosa significa effettivamente discriminare e accorgersi che è fattibile discriminare anche senza rendersene conto. L´obiettivo dell´associazione è di fare un lavoro effettivo sul campo, spiegando come portare maggiore diversità e parità di genere, anche fra le fila femministe.

Voci contro il razzismo – parte 2

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Quest’anno l‘8 marzo, giornata internazionale dei diritti delle donne, è coincisa con l’apertura delle settimane contro il razzismo promosse ogni anno dall’Associazione OEW di Bressanone.

Come spiegato nella prima parte del post, per questa occasione abbiamo organizzato la mostra “Immigrant Sisterhood” con Caritas Moca al Museo delle Donne.

Ci interessava però anche die sentire le voci di donne meranesi. Oggi altre due donne ci raccontano delle loro esperienze e le loro opinioni.

Cecilia Muñoz

IL PARTO

Alle 18.30 di quella domenica, entrai nell’ospedale per partorire. La persona che mi accolse mi salutò, mi domandò sulla regolarità delle contrazioni e poi mi chiese: “Lei è marocchina?”, sollevando il labbro superiore, arricciando il naso e abbassando le sopracciglia, il tutto condito di un tono secco. Il suo corpo mi aveva parlato privo di cortesia. Con un filo di voce in mezzo a una contrazione dolorosissima, rispose: “No, sono argentina.” “Argentina?” mi chiese con la faccia illuminata, “Ahhh io ho parenti in Argentina, a Buenos Aires, un fratello di mio padre. Lei è di Buenos Aires?” “No, di Patagonia.” “Patagoniaaaaa. Proprio ieri ho visto un documentario sulla Patagonia. È il mio sogno andare in Patagonia con mio marito. Com’è la Patagonia? Tanto vento, vero…”

Voci contro il razzismo – parte 1

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Quest’anno l‘8 marzo, giornata internazionale dei diritti delle donne, è coincisa con l’apertura delle settimane contro il razzismo promosse ogni anno dall’Associazione OEW di Bressanone.

Il Museo delle Donne di Merano e Caritas Moca per l’occasione hanno organizzato l’esposizione della mostra “Immigrant Sisterhood”, nata da un progetto della ricercatrice Sabine Tiefenthaler, dove tramite le opere fotografiche di donne immigrate accolte in Sardegna viene tematizzata proprio questa intersezionalità tra razzismo e sessismo, e che è ora esposta al museo.

Ci interessava allora sentire anche le voci di donne meranesi, e abbiamo chiesto ad alcune di loro di raccontarci le loro esperienze e le loro opinioni.

Street Art in Teheran, Iran. Photocredits Irene Sanmartino

Ogni persona straniera che vive in Italia ha una storia, ma io ne ho tante, potrei scrivere un libro. Racconto l’ultima. Visto che mi sono trasferita da poco in Alto Adige naturalmente dovevo cercare casa. Ho chiamato una signora, ho parlato a lungo con lei e le ho detto che sono interessata ad affittare la sua casa. Era totalmente disponibile e gentile. Alla fine della chiamata mi ha chiesto da che regione dell’Italia vengo. Io ho risposto che vengo dall’estero, lei mi ha risposto: “non affitto la mia casa a una donna straniera.”