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Yuly Tenorio, avvocata ecuadoriana per i diritti umani ospite di Operation Daywork

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É tutta una questione di prospettive: davanti alla prima immagine del Museo che rappresenta la marcia delle donne su Versailles, una manifestazione popolare condotta dalle donne dei mercati di Parigi all’esordi della Rivoluzione Francese, Yuly nonostante gli abiti femminili delle protagoniste, pensa che siano uomini travestiti da donne, pronti all’assalto al palazzo del potere.

Yuly Tenorio, avvocata ecuadoriana per i diritti umani e i diritti della natura, ha visitato il Museo delle Donne a fine novembre. Ospite di Operation Daywork per una settimana in Alto Adige, dopo aver passato la maggior parte del tempo a lasciarci le sue parole e la sua testimonianza personale e professionale sulla sua lotta per i diritti in Ecuador, si è messa in ascolto. É così che abbiamo aperto un dialogo con Roberta e Cecilia che ci hanno accolto al Museo della Donna di Merano, e ci hanno raccontato come conducono i gruppi delle scuole medie e superiori attraverso il percorso storico centrato sui momenti e le conquiste fondamentali per l’emancipazione femminile, quali sono stati i cambiamenti nel ruolo delle donne che si sono susseguiti nel tempo, e di quanto sia importante essere consapevoli che chi conosce la propria storia affronta meglio il futuro.

Yuly si definisce una donna afrodiscendente rurale. In queste tre parole sono racchiusi degli interi mondi, dei concetti a tratti tanto semplici da spiegare quanto complicati da affrontare. Essere donna in America Latina già di per sé rappresenta delle difficoltà. Ma essere nata in una zona rurale ed essere afrodiscendente rappresenta sfide quotidiane costanti per l’affermazione della propria persona nella società.

La lista delle caratteristiche di Yuly si allunga: difensora dei diritti, ecofemminista, avvocata. Sembrerebbe l’elenco di un’altra serie di nomi e definizioni scomode che paiono non aiutare a migliorare la posizione di Yuly. Sembra che la pongano in una situazione di rischio, piuttosto che di prestigio. Eppure è sempre una questione di punti di vista.

Tutte queste caratteristiche di Yuly sono forza, energia, impulsi ad andare avanti, mai pietre di inciampo o ostacoli. Lei è la prova che se i diritti vengono rispettati e garantiti, ognuno di noi ha le possibilità di realizzarsi, in quanto donna, in quanto uomo, in quanto abitante delle zone rurali, persino se afrodiscendente.

„Tutto grazie all’educazione che mi è stata garantita come mio diritto“, dice Yuly. „I miei genitori hanno cominciato la lotta ben prima, dalle basi, e si sono battuti per l’accesso all’acqua, per l’accesso ai beni di prima necessità come il cibo e la terra. Poi io ho avuto la possibilità di avere accesso all’educazione pubblica che mi ha portato a diventare un’avvocata e ora, grazie a questo mio traguardo, posso lottare per i diritti di altre persone, dei miei conterranei“.

La lotta di Yuly non si fermerà e nemmeno quella dei suoi compagni. Rivendicano il diritto di vivere su quella terra che viene minacciata costantemente dal governo ecuadoriano e da aziende minerarie, che nella loro lista di priorità sembrano non prendere in considerazione i diritti umani e i diritti della natura.

É una lotta per la vita e tutti sono pronti a perdere la loro, nell’ottica di camminare insieme verso un benessere comune condiviso.

 

Erica Barbieri, coordinatrice Operation Daywork

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