Il 27 gennaio, Giorno della Memoria, è un’occasione per ricordare le vittime dell’Olocausto e per riflettere sulla necessità di custodire la memoria storica. In questa ricorrenza, vogliamo focalizzare l’attenzione su Liliana Segre, una donna che ha trasformato la sua vita in un simbolo della resistenza della memoria. Sopravvissuta alla brutalità dei campi di concentramento, Segre ha dedicato il suo impegno a trasmettere la memoria dell’orrore vissuto, affinché l’umanità non dimentichi l’infamia del passato. La sua testimonianza continua a rappresentare un monito per le nuove generazioni, un appello affinché l’orrore del passato non si ripeta mai più.
Liliana Segre, nata a Milano il 10 settembre 1930, rappresenta una figura chiave per il ricordo collettivo delle atrocità della Shoah. Sopravvissuta ai campi di concentramento nazisti, ha speso la sua esistenza nel raccontare la sua esperienza, educare le nuove generazioni e promuovere la tolleranza. Attraverso le sue parole, Liliana ha trasformato il suo vissuto in un potente strumento per mantenere viva la memoria storica e contrastare ogni forma di discriminazione.
L’esperienza di Auschwitz
Nel gennaio del 1944, a soli tredici anni, Liliana Segre fu deportata ad Auschwitz-Birkenau insieme a suo padre. Il viaggio verso il campo di sterminio segnò l’inizio di un incubo: all’arrivo, Liliana fu separata dal padre, che venne immediatamente ucciso, mentre lei fu destinata ai lavori forzati.
Con il numero 75190 tatuato sul braccio, Liliana trascorse oltre un anno in condizioni disumane, impiegata in una fabbrica di munizioni. La fame, la fatica e la brutalità erano il suo quotidiano, ma trovava rifugio nei ricordi della sua infanzia. “Mai chiudere gli occhi”, racconta, “per non lasciare spazio alle immagini di ciò che accadeva intorno a me”.
Nel maggio del 1945, dopo una lunga marcia della morte, fu liberata.
L’importanza della testimonianza
Negli anni ‘90, Liliana Segre iniziò a raccontare pubblicamente la sua storia, portando la sua esperienza nelle scuole e nei luoghi pubblici. La sua testimonianza, raccolta in libri come Fino a quando la mia stella brillerà, ha ispirato migliaia di giovani a riflettere sull’importanza della memoria e sulla necessità di contrastare l’indifferenza. “L’indifferenza è il nemico peggiore”, ha ripetuto spesso, sottolineando come il silenzio di fronte alle ingiustizie possa alimentare violenze e discriminazioni.
Il suo impegno ha reso la memoria della Shoah un insegnamento universale, capace di sensibilizzare le coscienze e di promuovere una cultura del rispetto e della solidarietà.
Dal ricordo all’azione politica
Nel 2018, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella l’ha nominata senatrice a vita in riconoscimento del suo straordinario contributo civile e morale. In questa veste, Liliana ha portato avanti battaglie fondamentali, come la creazione di una Commissione per il contrasto all’odio, al razzismo e all’antisemitismo.
Tra le sue iniziative, spicca la proposta di una legge contro il linguaggio d’odio (hate speech), un fenomeno che, secondo Liliana, rappresenta una grave minaccia per la convivenza civile..
Educare per costruire un futuro migliore
Liliana Segre è fermamente convinta che l’educazione sia la chiave per un cambiamento duraturo. Attraverso incontri e conferenze, ha fatto della sua missione un’opera pedagogica, rivolta soprattutto ai giovani. Nel 2024, insieme all’arcivescovo di Milano Mario Delpini, ha pubblicato La memoria che educa al bene, un saggio che esplora il potenziale trasformativo del ricordo e invita le nuove generazioni a scegliere il bene.
Un esempio di resilienza
Oggi, all’età di 94 anni, Liliana Segre continua a essere un simbolo di forza e umanità. La sua capacità di trasformare il dolore in un messaggio di speranza e responsabilità è un faro per chiunque creda nei valori della giustizia e della democrazia.
La sua storia dimostra che anche di fronte al male assoluto, la dignità e il coraggio possono prevalere. Il suo impegno costante ci insegna che ricordare è un atto di resistenza e che la memoria è la base su cui costruire una società più giusta e solidale.
Liliana Segre non è solo una testimone del passato, ma una guida morale per il presente e il futuro. Il suo messaggio universale continuerà a ispirare le generazioni a venire, ricordandoci che la luce dell’umanità può brillare anche nei momenti più oscuri.
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In occasione della giornata della memoria, al Museo delle Donne si terrà una conferenza con la Proff.ssa Antonella Tiburzi dal titolo:
“Fiori in terra bruciata – Le donne dopo la Shoah tra speranza e resilienza”
Museo delle Donne, 28.01.2025 ore 19.00