Arianna Estate, la scuola estiva promossa da Fondazione Upad Merano, che coinvolge ragazzi dai 6 agli 11 anni, è da sempre caratterizzata dalle molteplici attività che impegnano quotidianamente i ragazzi, e queste dimostrano la loro importanza nelle occasioni in cui si materializzano i segnali di rimando positivi derivanti dai percorsi pedagogici messi in atto, realizzati sulla base del concetto che il divertimento rappresenta un ottimo veicolo di stimolo non solo della curiosità e della voglia di sapere, ma anche dei sentimenti di solidarierietà e comunione.
E’ questa la sensazione provata immediatamente dopo la visita presso il Museo delle Donne – Frauenmuseum di Merano.
I bambini hanno partecipato ad un ‘viaggio’ guidato dalla signora Judith, che ha raccontato loro la storia e l‘evoluzione della donna attraverso l’abbigliamento, un excursus piacevole dal punto di vista storico, antropologioco e sociale, senza rinunciare per un solo momento a contenuti di carattere educativo/pedagogico. I bambini hanno mostrato grande interesse e coinvolgimento riguardo alla tematica, manifestando curiosità e ponendo domande, in particolar modo i maschietti: segnale che, in un eccesso di ottimismo, potremmo identificare come indicatore del ‘tempo in cambiamento’.
Una volta ritornati alla nostra stazione di base abbiamo avuto modo di sviluppare ed elaborare la tematica attraverso una ricostruzione narrativa di ciò che avevamo ascoltato; le osservazioni emerse dimostrano che esperienze come quella rappresentata dal Museo delle Donne di Merano rappresentano lo stimolo, la scintilla da cui partono interrogativi, riflessioni e considerazioni capaci di scalfire muri ormai superati dal tempo.
In questo senso si possono leggere alcuni dei pensieri dei nostri ragazzi, che riportiamo così come da loro sono semplicemente stati elaborati:
Ruben: “Ho pensato a quanto dolore potessero sentire le donne strette dai corsetti”
Nora: “Gli abiti erano belli , ma le donne non potevano sedersi con la crinolina”
Hulca: “A cosa serviva tutto questo, maestra?”
Mariano: “Le donne quindi dovevano essere solo belle: e quelle che volevano studiare e diventare qualcuno?”
Aurora: “Se penso che le donne dovevano fare sempre e solo fatica, il bucato con il freddo al fiume, senza sapone e lavatrice…”
Nicola: “Mia nonna racconta queste storie e capisco perché ha le mani stanche”
Anna: “Perche indossano queste gonne pesanti anche d’estate, si vergognano? Non si sentono belle?”
Matteo: “Gli uomini devono aiutare nelle faccende, così le donne fanno meno fatica”
Mihailo: “Se le donne hanno la lavatrice, hanno più tempo per la famiglia”
In quanto educatori vogliamo mostrare gratitudine per questo bel lavoro costruito a misura di bambino promosso dal Museo delle Donne, dimostrando che si può fare educazione di genere proprio in questa fase evolutiva dei nostri bambini, permettendo loro di acquisire nuovi strumenti culturali per poter conoscere il mondo, gli uomini, le donne e le loro storie.
Lucia Rongioletti