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Corpi che sanguinano

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La decostruzione dell’universale maschile come standard sportivo

Come si sentono le ragazze quando hanno le mestruazioni durante le ore di Scienze Motorie? Come ne parlano con il corpo insegnanti? E con le compagne o i compagni di classe? Quali tabù si possono ancora decostruire?

Queste e molte altre sono le domande che si è posta Elisa Virgili, ricercatrice nel campo della Filosofa Politica e degli Studi di Genere, quando ha dato il via al progetto “Corpi che sanguinano” in collaborazione con Codici Ricerca e Intervento. Partendo dal presupposto che non tutti i corpi sono uguali, Elisa propone di ripensare le Scienze Motorie come un momento che può aiutare giovani persone a scoprire il proprio corpo e ad inseguire benessere psicofisico più che prestazioni agonistiche. Vale la pena superare lo standard sportivo costruito sul corpo maschile, affinché le ragazze o persone non binarie non debbano sempre adattarsi o trovare scuse quando hanno il ciclo, ma siano proprio le ore di ginnastiche a offrire programmi diversificati a seconda delle diverse esigenze. Perché come suggerisce Elisa Virgili, le ore di Scienze Motorie possono e devono in futuro abbracciare la diversità e la soggettività di chi le pratica, affinché sia un aiuto e sollievo, non sofferenza o vergogna.

Dallo scambio con chi frequenta ancora ginnastica a scuola, è nato un poster informativo, che le scuole potrebbero appendere negli spogliatoi delle palestre, per provare a immaginare lo sport partendo dai corpi e dalle sue necessità. Per dire: provare yoga anziché fitness nei giorni delle mestruazioni, aumentare il consumo di magnesio o fare esercizi che rilassano la muscolatura. Tutti suggerimenti fatti direttamente dalle giovani donne.

Chi volesse scaricare e diffondere il poster può farlo direttamente dal sito del progetto: https://bit.ly/CorpiCheSanguinano

Sarah Trevisiol

 

 

 

 

 

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